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La cartolarizzazione dei mutui ipotecari per la gestione dei crediti in sofferenza

La cartolarizzazione dei crediti consiste nella trasformazione di attività tipicamente illiquide in strumenti mobiliari negoziabili sui mercati finanziari. Alla base del suo funzionamento vi è la cessione, da parte di un intermediario finanziario, dei propri crediti ad una società veicolo, la quale ne finanzia l’acquisizione emettendo titoli mobiliari che vengono negoziati sul mercato.
La cartolarizzazione nasce nel 1970 in America come modalità alternativa di funding: la necessità di risorse finanziarie per la concessione di nuovi finanziamenti venne soddisfatta ricorrendo allo smobilizzo dei crediti ipotecari esistenti.
In Italia tale istituto viene disciplinato con l’introduzione della legge 130/99. Il suo utilizzo venne adattato alle esigenze contingenti di rimozione dal bilancio bancario dei crediti in sofferenza. Ciò è confermato anche da particolari agevolazioni fiscali che hanno permesso di distribuire su più esercizi la perdita derivante dalla cessione di tali prestiti. La cartolarizzazione di crediti in sofferenza ha riguardato soprattutto mutui ipotecari, in quanto si tratta di un’attività garantita: la presenza di un’ipoteca assicura l’ottenimento di flussi di cassa, e potrebbe pertanto non condurre a perdite. Tra le varie soluzioni a cui una banca può ricorrere per gestire il problema delle sofferenze, la securitisation presenta dunque evidenti vantaggi.
Il suo impiego ha consentito inoltre un miglioramento della redditività complessiva della banca, conseguente alla rimozione di crediti deteriorati, un migliore rispetto degli obblighi di vigilanza e il contenimento dei costi connessi, e una migliore gestione dei rischi tipici dell’attività bancaria. Tra questi, la cartolarizzazione consente innanzitutto la rimozione di parte del rischio di credito, che viene frazionato, ma non totalmente annullato, e distribuito su soggetti disposti ad assumerlo.
L’acquisto di titoli ABS ha costituito per numerosi investitori un’ottima opportunità di investimento. Gli investitori rappresentano i soggetti che, mediante l’acquisto dei valori mobiliari, forniscono un supporto finanziario all’operazione. L’attrattiva per gli investitori dipende da una combinazione ottimale che tali titoli offrono in termini di rendimento e rischio.
Nonostante evidenti benefici, la cartolarizzazione è considerata un’operazione pericolosa: il suo utilizzo genera nuovi ed incontrollabili rischi, che potrebbero comprometterne l’attività futura. Un suo impiego per l’eliminazione dal bilancio bancario di crediti deteriorati deve inoltre essere valutato in un’ottica di straordinaria pulizia di bilancio, e dunque essere necessariamente accompagnato dall’impegno alla rimozione delle cause che hanno provocato un così elevato livello di sofferenze.

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3 INTRODUZIONE La cartolarizzazione dei crediti ipotecari si inserisce in un contesto di riassetto competitivo richiesto al sistema bancario italiano nel corso degli anni ’90. In questa situazione la cartolarizzazione risulta essere uno strumento capace di gestire problematiche connesse alla remunerazione ed adeguatezza del capitale in considerazione dei rischi assunti e dei vincoli imposti dall’Accordo di Basilea, all’ottenimento di nuove risorse per la concessione di nuovi finanziamenti e al miglioramento del bilancio bancario, con la cessione di prestiti in sofferenza. Tale tecnica consente quindi di conseguire indubbi vantaggi in termini di risorse a disposizione delle banche per l’erogazione di nuovi finanziamenti e maggiore qualità del portafoglio prestiti, di riduzione della rischiosità dell’attivo e conseguentemente di minore assorbimento del capitale di vigilanza. La nascita di questo istituto risale al 1970 in America 1 , quando il boom di acquisto di immobili residenziali 2 ha reso evidente l’inadeguatezza del capitale a disposizione degli istituti di credito americani, le savings and loan institutions 3 , per la concessione di nuovi finanziamenti. La raccolta tradizionale non sarebbe riuscita a garantire l’ottenimento del capitale necessario per soddisfare l’accresciuta domanda. Da questa situazione emerge la necessità di ricorrere allo smobilizzo dei crediti ipotecari esistenti, per permettere l’afflusso nel bilancio bancario di risorse disponibili per l’erogazione di nuovi finanziamenti. Le prime operazioni di cartolarizzazione vennero dunque progettate sui flussi finanziari derivanti da mutui ipotecari. La cartolarizzazione in Italia viene disciplinata con l’introduzione della legge 130/99 che recepisce nel nostro ordinamento l’istituto della securitization, ispirato all’esperienza del mondo anglosassone e già diffuso ormai da due decenni. Tale norma è stata successivamente aggiornata con l’approvazione della legge 80/2005 che ha portato all’introduzione di articoli 4 recanti disposizioni in materia di obbligazioni bancarie garantite e di norme applicabili alla costituzione di patrimoni. 1 De Angeli S., Oriani M. (2000), La securitization dei crediti bancari, Franco Angeli, Milano, pag.27. 2 “Le persone nate all’epoca della cosiddetta baby boom generation, infatti, erano ormai prossime all’età del matrimonio e avrebbero significativamente incrementato la domanda di abitazioni”. De Angeli S., Oriani M., op. cit., pag.27 3 Istituzioni degli anni ’70 che prendevano a prestito fondi dai risparmiatori e impiegavano le risorse finanziarie acquisite in finanziamenti, che mantenevano in portafoglio fino a scadenza. 4 Inserimento degli articoli 7bis e 7 ter

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Parole chiave

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securitisation
abs
mutuo
mutui ipotecari
legge 130/99

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