Il ruolo del fair value nella crisi finanziaria
La recente crisi finanziaria scoppiata nel 2007 negli Stati Uniti e propagatasi al mondo intero ha portato nuovamente sotto i riflettori l'acceso dibattito sul metodo contabile basato sul fair value.
I dubbi che esistevano già prima della sua introduzione all'interno del sistema contabile, sia statunitense che europeo, sono tornati a galla, sospinti dagli evidenti problemi che si sono succeduti, dal fallimento di alcune banche al salvataggio di altre, dalla turbolenza nei mercati finanziari alle ripercussioni sull'economia reale.
La caduta generalizzata dei valori di mercato che è scaturita dal crollo del mercato dei mutui subprime ha dato motivo di pensare che la colpa fosse in buona parte da attribuire proprio al fair value accountig, il quale richiede che i valori ai quali molti degli strumenti finanziari che sono iscritti in bilancio siano basati in qualche modo sui prezzi di scambio nel mercato.
Molte sono state le opinioni contrarie all'utilizzo di questo metodo contabile, e molte sono state quelle a favore. I soggetti che si sono espressi, come gli accademici, vari studiosi, economisti e politici, si sono ovviamente schierati in difesa dei loro interessi personali mettendo in evidenza alcuni aspetti, positivi e negativi del metodo contabile. In particolare le banche, che sono state le prime vittime degli effetti della crisi, si sono opposte all'utilizzo del fair value chiedendone una sospensione o almeno una modifica.
Le principali accuse mosse dai critici sono quelle relative alla difficoltà di applicazione del metodo soprattutto nei periodi di crisi, della minore certezza delle valutazioni, della maggiore volatilità dei risultati di esercizio che esso comporta, degli effetti prociclici che ne possono derivare.
Dall'altra parte i difensori sostengono che il fair value sia un metodo più aderente alla realtà, che dia una informazione più chiara e tempestiva delle condizioni dell'impresa e che l'utilizzo di un metodo contabile alternativo non avrebbe quasi sicuramente evitato il periodo negativo.
In questo elaborato si cercherà di dare una visione dei problemi dovuti al fair value emersi (o meglio, ri-emersi) con la recente crisi finanziaria. Nel primo capitolo si presenterà il metodo contabile del fair value, e gli strumenti finanziari ai quali viene applicato, sia dal punto di vista degli standard contabili statunitensi (US-GAAP) che quelli europei (IAS/IFRS). Nel secondo capitolo si presenteranno le argomentazioni dei due schieramenti, uno contro e l'altro a favore, evidenziando le ragioni di ciascuna delle parti. Infine, nel terzo capitolo si proporrà una analisi empirica su un campione di banche statunitensi ed europee che mira a convalidare o smentire le maggiori critiche che sono state mosse al fair value.
Si vedrà che i risultati suggeriscono che il ruolo giocato dal fair value accountig non è stato così determinante nella nascita e soprattutto nell'espansione della crisi finanziaria come sostengono i critici, anche se un suo contributo non è certamente da escludere.
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Informazioni tesi
Autore: | Giulian Edoni |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia Aziendale |
Relatore: | Antonio Parbonetti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 174 |
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