Il controllo di gestione nei comuni di piccole dimensioni
Il nuovo sistema di controlli interni, culminato con la riforma costituzionale del 2001, s’inquadra in un processo d’innovazione normativa che ha visto il progressivo spostamento dei poteri decisionali dal centro agli Enti territoriali, che ha cambiato il focus dell’Amministrazione dalla centralità dell’atto amministrativo alla centralità degli obiettivi da conseguire e che ha diviso le competenze tra organi di governo e organi di gestione.
Il Legislatore affida allo sviluppo di metodologie di controllo interno il recupero di competitività della P.A. attraverso lo sviluppo di processi virtuosi d’autocorrezione gestionale.
Questi strumenti sono:
Il controllo amministrativo contabile
IL controllo strategico
Il controllo di gestione
La valutazione dei dirigenti
Il controllo amministrativo contabile il cui protagonista principale è il Revisore dei Conti e il Responsabile del servizio finanziario ha la finalità di verificare ex post la conformità dell’azione amministrativa e degli eventi contabili alla legge e ai regolamenti.
Il Controllo strategico ha la finalità di individuare e valutare le scelte che meglio riescono a centrare gli obiettivi politici.
La valutazione dei dirigenti è orientata a valutare l’operato di coloro a cui sin dalla L. 142/90 è affidato il potere di gestione.
Il Controllo di gestione mira a valutare la capacità dell’Ente di raggiungere in modo efficiente ed efficace gli obiettivi programmati.
Per ciascun controllo è possibile fare considerazioni critiche, degna di nota può essere quella sollevata nel corso della trattazione per il controllo amministrativo contabile in cui il Revisore dei Conti riveste una duplice funzione che lo fa spesso percepire il Revisore come un “giano bifronte”, favorendo quindi atteggiamenti di resistenza, in quanto da un lato assume la figura di consulente e dell’altro quelal di ispettore obbligato a denunciare alla Corte dei Conti le irregolarità rilevate.
Inoltre il fatto che il Revisore sia nominato dalla stessa amministrazione che dovrà controllare può sollevare qualche perplessità circa possibili atteggiamenti di indulgenza che contribuirebbero ad indebolire l’incisività del controllo.
Per quanto riguarda la valutazione dei dirigenti e del personale, strumento formidabile per premiare le prestazioni lavorative a tutti i livelli qualitativamente connotate, spesso è utilizzata per una distribuzione a pioggia di emolumenti non correlati al conseguimento di reali e misurabili obiettivi di gestione, svilendo l’istituto previsto del Legislatore.
Slide 5 Il Controllo di gestione: strumento dinamico
Il controllo di gestione, strumento centrale analizzato nella trattazione, è uno strumento dinamico per il quale ad inizio esercizio gli organi di governo e gli organi di gestione contrattano gli obiettivi da raggiungere nel corso dello stesso, definiscono il set di indicatori idonei a rilevarne lo stato d’attuazione, analizzano quanto realizzato attraverso report periodici, ed effettuano le coerenti misure correttive.
Questa attività implica:
L’utilizzo degli strumenti della programmazione messi a disposizione del legislatore, implementati ed adeguati alle esigenze del singolo Ente, quali le linee programmatiche, la Relazione Previsionale e Programmatica e il Piano Esecutivo di gestione, in cui, in ossequio al principio di necessità dell’informazione è auspicabile sviluppare non un controllo a tappeto su tutta l’attività espletata, bensì un controllo a “spot” orientato a pochi e rilevanti obiettivi, che siano reali e misurabili.
La definizione di un set d’indicatori coerente con il sistema informativo contabile presente nell’Ente, affinché il costo di rilevazione dell’informazione non superi il beneficio che questa può apportare alla gestione.
La redazione di report o referti periodici che siano tempestivi, ovvero in grado di supportare l’adozione di correttivi in tempo utile nell’esercizio in corso.
Le considerazioni contenute nel report non sono il punto di arrivo bensì costituiscono il nuovo punto di partenza per la programmazione dell’esercizio successivo.
Si genera un ciclo virtuoso e dinamico, attraverso il quale gli organi di governo potranno verificare il raggiungimento degli obiettivi assegnati. E’ così fornito lo strumento operativo che colma il vuoto avvertito da molti amministratori locali nel non poter più compiere operazioni gestionali in prima persona, per la separazione di competenze introdotta dalla così detta legge “Bassanini”.
Si vede quindi che il controllo in parola non ha finalità ispettive e sanzionatorie bensì si configura come un controllo guida posto a supporto degli organi di gestione e di governo.
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Informazioni tesi
Autore: | Enrico Oliva |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli studi di Genova |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Commercio |
Relatore: | Federico Fontana |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 314 |
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