Gli effetti dell'autonomia sulla gestione e sul sistema contabile dell'istituzioni scolastiche. Un caso

3 INTRODUZIONE Una riforma, attesa e sentita dai cittadini che da anni si attendevano un piano organico di modernizzazione della Pubblica Amministrazione, è iniziata agli inizi degli anni ’90. Questo periodo costituisce il momento centrale di un ampio programma legislativo di riforme, nei quali hanno visto la luce altri interventi profondamente innovativi degli apparati preposti alla cure della “RES PUBLICA”. Si delinea un insieme di norme alla base della c.d. “privatizzazione” del rapporto pubblico, che hanno finalità di realizzare i migliori risultati attraverso il minor dispendio possibile di mezzi. Tali riforme trovano le loro fondamenti nei principi del decentramento, dell’autonomia e della flessibilità organizzativa al fine di creare una P.A. più efficiente ed improntata alla trasparenza, alla produttività ed all’economicità. Con tali riforme, si cerca di modificare il rapporto “cittadino-Stato”, considerando il rapporto governanti-governati non più ex parte principis bensì come ex parte populi, cioè dal punto di vista dei singoli, che di essa debbano avvantaggiarsi riconoscendo pretese individuali nei confronti dello Stato-amministrazione. Tutto ciò è realizzato attraverso l’introduzione di norme dirette a realizzare la razionalizzazione dell’organizzazione e la gestione del personale della P.A.. Si cerca, quindi, di operare una riconversione della P.A. da entità che esercita poteri autoritari e si contrappone ai privati, assumendo una posizione dialettica nei confronti della collettività, ad un insieme di soggetti che si collocano al