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First-time adoption of the IAS/IFRS accounting standard e regime di disponibilità delle riserve di patrimonio netto

I Principi contabili internazionali IAS/IFRS possono essere considerati formidabili strumenti capaci di uniformare, negli Stati che li recepiscono, quella che, con una locuzione molto generale, può essere chiamata “comunicazione economico finanziaria”d'impresa. Rispondono infatti ad una esigenza di standardizzazione che si percepisce sia nel momento dell’esposizione dei conti nei prospetti del bilancio annuale, sia (e soprattutto) nel momento immediatamente precedente, quando gli amministratori sono chiamati a fare la valutazione delle poste che vi trovano rappresentazione.
Lo scopo del presente lavoro è parlare della prima applicazione dei Principi contabili internazionali ai rendiconti delle imprese. In particolare, ad un anno di distanza dalla pubblicazione, l’obiettivo è studiare gli effetti sui bilanci d’esercizio e, ancora più nello specifico, il regime di disponibilità delle riserve di patrimonio netto generate per effetto della transizione al nuovo “ordinamento” contabile.
Dopo una breve introduzione intorno alle ragioni del favore della Commissione europea verso gli IAS/IFRS, il primo capitolo analizza il modello di bilancio dello standard setter e tenta di definire la configurazione di reddito che sta dietro al sistema delle valutazioni. Conoscendo il modello di bilancio “italiano” e la configurazione di reddito determinata dalle disposizioni civilistiche, la comprensione della direzione della transizione diventa lo scopo principale di questa prima parte della trattazione.
Il secondo capitolo pone ancora di più l’accento sulle discrasie tra i due sistemi valutativi perché, per ciascuna delle poste attive e passive, mette prima a confronto le disposizioni del Codice civile e dell’OIC con quelle dello IASB, per poi accennare al trattamento delle differenze contabili che si originano nel processo di transizione dalle prime alle seconde.
Il terzo capitolo entra nel merito di tali differenze perché, oltre a spiegare in modo rigoroso i casi in cui le plusvalenze latenti da valutazione vanno imputate a conto economico o accantonate in una riserva di patrimonio netto, chiarisce il loro regime di utilizzazione e distribuibilità, prima a livello teorico poi attraverso degli esempi numerici.
Il quarto capitolo passa in rassegna alcuni casi aziendali che permettono di quantificare l’impatto della transizione al regime degli IAS/IFRS nel loro primo bilancio consolidato e d’esercizio. Nell’analisi di quest’ultimo si evidenziano brevemente le riserve che si originano in sede di first-time adoption e si chiarisce il possibile utilizzo degli importi che vi vengono accantonati.

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3 SINTESI I Principi contabili internazionali IAS/IFRS possono essere considerati formidabili strumenti capaci di uniformare, negli Stati che li recepiscono, quella che, con una locuzione molto generale, può essere chiamata “comunicazione economico finanziaria”. Rispondono infatti ad una esigenza di standardizzazione che si percepisce sia nel momento dell’esposizione dei conti nei prospetti del bilancio annuale, sia (e soprattutto) nel momento immediatamente precedente, quando gli amministratori sono chiamati a fare la valutazione delle poste che vi trovano rappresentazione. Lo scopo del presente lavoro è parlare della prima applicazione dei Principi contabili internazionali ai rendiconti delle imprese. In particolare, ad un anno di distanza dalla pubblicazione, l’obiettivo è studiare gli effetti sui bilanci d’esercizio e, ancora più nello specifico, il regime di disponibilità delle riserve di patrimonio netto generate per effetto della transizione al nuovo “ordinamento” contabile.

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Informazioni tesi

  Autore: Riccardo Cimini
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze economico-aziendali
  Relatore: SALVATORE SARCONE
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 238

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