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Crisi e cambiamenti nel settore fonografico. Impatto su fruitori e distributori di musica

La mia tesi risulta piuttosto obsoleta, rispetto agli argomenti che tratta, poiché le tecnologie (il mondo stesso) avanzano ben più velocemente della mano che tenta di immortalarne il corso.
Risulta imprecisa, alla luce delle conoscenze (ben più specifiche) che ho acquisito durante il master in ‘Management, Marketing e Comunicazione della Musica’ presso l’Università di Roma ‘La Sapienza’.
Lungi quindi chi volesse desumere verità definitive e universali, perché tutto passa e quasi orma non lascia.

Per chi fosse interessato all’argomento, per chi volesse fare segnalazioni (eventi, artisti, news, modelli di business, proprie attività, etc.) e per tutti i poveretti che hanno acquistato il mio lavoro :-), CONTATTATEMI ATTRAVERSO TESIONLINE.
COMUNICHIAMO, la cultura (quella artistica, ma anche quella economica, volendo) è un bene troppo prezioso per lasciare che si perda nei crepacci della memoria.

Il mio lavoro analizzava e forniva una visione dell’industria della musica. In particolare, poneva l’attenzione sul settore fonografico (la musica registrata), la sua natura contraddittoria, il suo stato ATTUALE (nell’anno vetusto 2004).

Nel settore continua, ad oggi, un movimento di assestamento, di polverizzazione di logiche che si davano per consolidate, di frantumazione della filiera e di passaggio al network. La crisi e il cambiamento sono due facce di una medaglia che ruota su se stessa molto velocemente.

Nuovi attori entrano nel mercato, i vecchi reagiscono; si creano nuovi spazi, ma davvero sono fruibili dagli artisti di talento?
Questo lavoro fornisce elementi per crearsi una propria opinione, un sentiero guidato per tenersi aggiornati e sviluppare un’idea.

Che ne sarà della musica, di chi ne fruisce e dei soggetti che operano nel settore?

Roma, 25 aprile 2006

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Premessa La musica è un'espressione artistica e un linguaggio che ha accompagnato l'uomo lungo i sentieri della sua storia, e lo ha forse preceduto, nelle varie sfumature con cui la natura ha dato vita ai suoni, e, parimenti, all’assenza di suono. La musica quindi è sempre stata per l'uomo simbolo di vita, di aggregazione sociale, e di una dimensione più intima e diretta nei singoli individui, per i quali i suoni, che costituiscono pur sempre un linguaggio convenzionale, comunicano qualcosa di più profondo e personale. La musica, per come noi la intendiamo, nacque come rappresentazione di suoni, da parti di gruppi nomadi, nelle piazze, in teatri, tribù, palazzi e corti. Lo sfruttamento economico della musica iniziò nell'Ottocento, a seguito degli enormi impulsi di sviluppo della rivoluzione industriale. Negli ultimi cento anni il settore ha dovuto affrontare cambiamenti che ne hanno sconvolto le regole competitive, sotto l'impulso di fattori quali la tecnologia, i diritti di proprietà e il mercato. In particolare, la rivoluzione digitale e l'avvento della musica on-line stanno tracciando mutamenti talmente inaspettati da mettere in crisi il concetto stesso di settore della musica. Innanzitutto, alla denominazione di settore discografico è stata sostituita quella di settore fonografico per comprendere nella categoria anche i supporti diversi dai dischi 1 (E. Eisenberg, 1997). A livello più concreto, l'effettivo allargamento del settore a soggetti originariamente distanti dalla musica, quali imprese legate all'informatica, alla telefonia, editori e media, permette di comprendere, da un lato, come gli attori del settore tradizionale non abbiano assimilato la portata del cambiamento, cercando invece di rallentarne la straripante esuberanza con azioni legali, dall'altro, come altre imprese naturalmente a contatto con la rete abbiano saputo decifrare le opportunità legate alla musica nei nuovi formati digitali. 1 In questa sede, si utilizzeranno indifferentemente, per questioni di esposizione, gli aggettivi ‘fonografico’ e ‘discografico’.

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