Gli arabi cristiani in Israele/Palestina: le difficoltà di essere minoranza
Tutto nasce dalla mia volontà di riuscire a capire la mia identità cristiana cattolica.
Prima la comunione, poi la cresima, queste le tappe di preparazione di un buon cristiano.
Arrivata ad un certo punto della mia vita e soprattutto dopo aver studiato per tre anni il Corano, il diritto e la cultura musulmana, ho deciso che volevo studiare l’altra faccia della medaglia, il cristianesimo, che in realtà conoscevo poco.
Un giorno, ho preso la Bibbia in mano e ho iniziato a leggere.
Così ho scoperto le cose in comune che hanno le tre religioni monoteiste. Si può partire proprio dalla fondazione, con i loro padri fondatori che hanno come capostipite Abramo: è lui che ha dato vita ad Ismaele (l’antenato di Muhammad) e a Isacco il quale a sua volta ha generato Giacobbe o Israele e che hanno dato vita uno al cristianesimo e l’altro all’ebraismo.
Leggendo la Bibbia (Vecchio e Nuovo Testamento) ho pensato moltissimo alla mia cristianità, soprattutto dopo aver letto anche il Corano.
Molti cristiani non credono al Vecchio Testamento, lo rinnegano, dicendo e affermando che l’unico testo Sacro che li rappresenta è il Nuovo, ma la mia domanda è: se Gesù è il figlio di Dio e se Gesù è discendente di Re Davide, come può un cristiano rinnegare il Vecchio Testamento?
Ho cercato di andare oltre i dogmi teologici soffermandomi, invece, su quello che accade realmente.
Quando ho conosciuto i primi ragazzi arabi cristiani ho pensato subito che sarebbe stato molto interessante approfondire le dinamiche che li vedevano protagonisti, soprattutto perché avendoli conosciuti a Perugia, si trovavano lontani dal loro paese e alcuni comportamenti o atteggiamenti potevano risultare diversi.
È stato grazie a questi amici e soprattutto alle mie amiche più importanti, Lara e Lily, che ho potuto approfondire questa conoscenza.
Dopo una serie di discussioni e dopo essere stata invitata più volte a casa loro a Gerusalemme, ho deciso di passare due mesi in Israele sia per un’esperienza personale all’estero, ma soprattutto perché volevo vivere “l’ambiente arabo” in prima persona.
Sulla base della mia esperienza, sia a Perugia che in Israele, ho sviluppato questa tesi, che ha impegnato un anno del mio percorso universitario.
Lo scopo principale di questa tesi è dar voce ad una minoranza, gli arabi cristiani. Ciò non significa però che io accetti tutto quello che ho conosciuto e scoperto e soprattutto non significa che voglia fare da paladina degli arabi cristiani, anche se devo dire per un attimo ci ho pensato.
Proprio per dare un senso storico – critico al cristianesimo, ma anche a tutte e tre le religioni protagoniste di questo testo ho suddiviso la tesi in due parti: una parte più storico – istituzionale e una parte riguardante l’etnografia.
La parte istituzionale serve a “ricordarsi” il processo storico e di creazione della cristianità, un confronto quindi tra le tre religioni dal momento in cui sono nate e soprattutto una rivisitazione delle crociate.
Dopo gli ultimi fatti accaduti in Medio Oriente e gli attentati a numerosissime chiese, ho deciso di inserire un capitolo dedicato interamente alla situazione dei cristiani prendendo in esame cinque paesi: Libano e Giordania che sembrano le nazioni più tolleranti nei confronti degli arabi cristiani, la Siria, perché non si sente molto spesso parlare di questo paese e infine, Egitto e Iraq i paesi più movimentati sotto questo punto di vista.
L’ultimo capitolo della prima parte riguarda, invece, le varie chiese cristiane Medio Orientali, le diverse istituzioni da quella ortodossa, calcedonense, cattolica a quella riformata, un breve panorama su come le varie istituzione gestiscono i loro credenti.
La parte monografica/etnografica parla, invece, della mia esperienza personale con gli arabi cristiani e soprattutto dell’esperienza e del lavoro sul campo a Gerusalemme.
Considero questo lavoro di ricerca per me molto formativo. Ho imparato molte cose nuove, ma soprattutto ho imparato a non dare limiti alla conoscenza ed è proprio questo che ho cercato di fare mentre scrivevo.
Questo lavoro mi ha insegnato le difficoltà della ricerca sul campo e la consapevolezza che la conoscenza, per un antropologo, passa soprattutto attraverso l’esperienza diretta e il dover far conto con le proprie emozioni riviste criticamente.
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Informazioni tesi
Autore: | Sarah Sciò |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Perugia |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Laurea Magistrale in Antropologia Culturale ed Etnologia |
Relatore: | Fiorella Giacalone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 230 |
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