Diritto dell'Unione Europea: il ruolo delle Regioni nell'ambito comunitario
Il nostro lavoro di ricerca e di analisi, sarà sviluppato prendendo in considerazione sopratutto due aspetti che riguardano il ruolo delle Regioni nell’ambito comunitario; esamineremo non solo le grosse conquiste che le Regioni hanno raggiunto nella dialettica dei rapporti con le istituzioni europee, ma anche l’evolversi dei caratteri del nostro sistema regionale, all’interno di un quadro nel quale l’assetto delle competenze centro-periferia viene rivisitato alla luce di principi nuovi (vedi, ad esempio, quello della sussidiarietà ) che puntano a facilitare la devoluzione di competenze ai soggetti di governo più vicini ai beneficiari finali dell’azione, cioè i cittadini.
Il nostro intento è stato, quindi, quello di porre in parallelo questi due processi, quello nazionale e quello comunitario, cercando alla fine di far emergere e far risaltare il rinnovato ruolo che le Regioni e gli Enti Locali sono venuti a ricoprire sia all’interno della politica di coesione economica e sociale,(vedi, ad esempio, riforma dei Fondi strutturali e nuova Programmazione 2000-2006), che all’interno del processo di devoluzione delle competenze che sta caratterizzando in questi ultimi anni il nostro sistema costituzionale.
Quindi metteremo a fuoco la nostra attenzione dapprima sul ruolo che le Regioni hanno assunto nella partecipazione alle politiche comunitarie, sia nella fase “ascendente”, di partecipazione alla formazione, che “discendente”, di corretta applicazione degli atti normativi sovranazionali, rilevando l’ostilità che le Regioni hanno incontrato nell’instaurare rapporti diretti con le istituzioni comunitarie, in vista della tutela del loro legittimo interesse ad incidere su decisioni che avevano effetti sempre più accentuati sulla disciplina di settori che la Costituzione affidava espressamente alla loro competenza.
Successivamente, evidenzieremo il percorso evolutivo battuto dall’ente Regione verso una più ampia presa di coscienza della sua presenza da parte dei soggetti istituzionali comunitari e nazionali.
A questo riguardo dobbiamo, infatti, ricordare che agli inizi degli anni 80 si è aperta una nuova stagione per le Regioni, sia sul versante comunitario che nazionale, che ha visto l’acuirsi della crisi dei sistemi giuridici e istituzionali fondati sullo strapotere degli organi centrali di governo e la nascita/rafforzamento di istituzioni di tipo regionale. Sul versante nazionale ciò è potuto avvenire perché sono state avviate, già a partire dalla seconda metà degli anni70 e negli anni80, ma soprattutto agli inizi degli anni90 una serie di riforme che hanno progressivamente ristretto l’ambito della competenza dello Stato e portato ad un accentramento di poteri, sia legislativi che amministrativi, nelle mani degli organi di governo periferici; sul versante comunitario, invece, il fattore scatenante è da ricercarsi nello sviluppo delle politiche regionali della Comunità, nella nascita di organismi a forte connotazione regionalista (vedi Comitato delle Regioni) e nell’introduzione del livello amministrativo regionale nei processi decisionali della Comunità.
Dopo aver esaminato ciò che accade in termini di rapporti, tra Regioni e Comunità Europea, sposteremo la nostra attenzione sulla legge delega 59/97 e conseguente decreto attuativo 112/98, per approdare al progetto di riforma del titolo V della parte II della Costituzione.
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Informazioni tesi
Autore: | Marialaura Del Sorbo |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Luigi Sico |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 177 |
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