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Le nuove politiche europee sul diritto d'asilo. "La protezione dei rifugiati e dei richiedenti asilo nello spazio comune europeo di libertà, sicurezza e giustizia"

Le migrazioni hanno da sempre caratterizzano la storia dell’umanità, ma la dimensione che tali movimenti hanno assunto nel corso dell’ultimo secolo, in particolare negli ultimi decenni, rappresenta una novità assoluta. Le cause dei fenomeni migratori (economiche, ambientali, politiche) sono diverse e si sono evolute nel tempo.
L'accezione umanitaria oggi attribuita al diritto d'asilo risale al secondo dopoguerra, nel corso del quale esso divenne un istituto del diritto internazionale, la cui promozione fu affidata all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati: i soggetti che allora beneficiavano della protezione erano essenzialmente i rifugiati europei che fuggivano dalle persecuzioni da parte dei regimi totalitari del continente.
Oggi come allora, la repressione politica e le gravi violazioni dei diritti umani continuano a influire pesantemente sugli spostamenti forzati, essendo le persecuzioni contro le popolazioni civili la principale fonte di minaccia per molti rifugiati.
In particolare, nel corso delle guerre civili e dei conflitti interni a singoli Paesi nel periodo successivo alla Guerra Fredda le popolazioni civili sono state un obiettivo deliberatamente preso di mira. Donne stuprate, giovani massacrati, bambini costretti ad arruolarsi, per non parlare dell’uso massiccio di mine antiuomo, dei veri e propri genocidi e pulizie etniche degli ultimi anni, che dimostrano la totale indifferenza di alcuni Paesi nei confronti delle istituzioni internazionali e di organizzazioni umanitarie come l’Alto Commissariato per i Rifugiati.
Alle conseguenze politiche della fine della Guerra Fredda, poi, si aggiunge l’impatto di un’altra grande tendenza sorta nel XX secolo, ossia la “globalizzazione”. Uno degli aspetti fondamentali dei processi di globalizzazione è senz’altro legato alle dinamiche globali di mobilità geografica di popolazioni.
Le migrazioni internazionali costituiscono, quindi, uno dei più importanti fenomeni di quella che potrebbe essere definita come “era del globalismo”. Nell’esercizio del loro potere sovrano di decidere chi e come si entra nel loro territorio, gli Stati contemporanei debbono far fronte a movimenti di popolazioni sempre più complessi, e a tal fine si sono dotati di leggi e politiche specifiche. Il solo ambito nel quale hanno consentito una cessione di parte del loro potere discrezionale è il campo umanitario, nel senso che gli Stati firmatari della Convenzione del 1951 sui rifugiati e il Protocollo del 1967 accettano il principio di non refoulement dei rifugiati verso Paesi nei quali quest’ultimi rischiano di subire persecuzioni.
A fronte di tutto ciò, la Comunità europea (adesso Unione europea) ha sentito il bisogno di intervenire per garantire un'effettiva tutela dei richiedenti asilo. A partire dagli anni ‘80 nel quadro di una cooperazione intergovernativa, l’asilo è diventato una competenza comunitaria concorrente a quelle degli Stati membri. Con l’entrata in vigore del Trattato di Amsterdam, poi, l’Unione si è posta l’obiettivo di una politica d’asilo comune tramite l’adozione di regole e procedure comuni e uno status di rifugiato uniforme e valido per tutta l’Unione. Ma la realizzazione di una politica europea in materia di asilo è risultata molto lenta e preda delle reticenze degli Stati membri a delegare le loro competenze in questo campo.
Sulla base di tali presupposti, con il presente lavoro si vuole effettuare un'analisi della situazione relativa al diritto d'asilo in Europa, ciò al fine di vedere quale sia la tutela effettivamente offerta ai richiedenti asilo in tale territorio.
In particolare, si provvederà a trattare la disciplina dell'asilo sotto diversi aspetti: vedremo quali sono le competenze dell'Unione, le politiche e gli orientamenti in materia; analizzeremo gli atti normativi emanati in ossequio alle politiche adottate in questo ultimo decennio, ne studieremo i contenuti (procedure di riconoscimento dello status di rifugiato, tipi di protezione offerta, condizioni di accoglienza) e proveremo a valutare la loro idoneità alla realizzazione di una disciplina sul diritto d'asilo che possa essere applicata uniformemente in tutti gli Stati membri dell'Unione. D'altro canto, sarà necessario affrontare l'argomento analizzando le politiche adottate dai singoli Stati membri, il grado di applicazione dei regolamenti e delle direttive sul diritto d'asilo emanati dall'Unione. Solo in questo modo potremo scoprire fino a che punto siano stati realizzati gli scopi dell'Unione di realizzare un sistema comune di asilo, tale da poter garantire protezione e assistenza effettive a tutti i rifugiati e richiedenti asilo in maniera uniforme in tutto il territorio dell'Unione.

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CAPITOLO I DIRITTO D'ASILO E STATUS DI RIFUGIATO NEL DIRITTO INTERNAZIONALE “La democrazia è la società dei cittadini e i sudditi diventano cittadini quando vengono loro riconosciuti diritti fondamentali; ci sarà pace stabile, una pace che non ha la guerra come alternativa, solo quando vi saranno cittadini non più soltanto di questo o di quello stato, ma del mondo.” N ORBERTO BOBBIO 4 1. Brevi cenni sull'evoluzione storico-giuridica del diritto d'asilo Il diritto d'asilo trae le proprie origini da tempi molto lontani ed ha assunto, nei secoli, significati differenti, che adesso ci accingeremo ad analizzare. Una prima forma di asilo era già esistente nelle tradizioni dei popoli nomadi e di molte società antiche: esso non aveva alcun valore giuridico, ma stava solamente ad indicare un luogo in cui era possibile trovare accoglienza e ospitalità. Fu con l'avvento della civiltà greca, e poi quella romana, che tale concetto cominciò ad essere progressivamente istituzionalizzato, sviluppandosi 4 N. B OBBIO , L’età dei diritti , Einaudi, Torino, 1990, pp. VII-VIII. 4

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