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Dall'orientamento al placement - La Borsa Continua Nazionale del Lavoro


Il presente lavoro è articolato in tre parti più le conclusioni finali.
Nella I Parte denominata “Cambiamenti epocali”, si parla del lavoro nella realtà attuale e di come esso abbia cambiato la sua connotazione e la sua fisionomia, passando ad essere da diritto acquisito, che accompagnava stabilmente l’uomo, durante tutto il corso della sua vita professionale, a prerogativa da conquistare sul campo, ogni giorno. Esso ha assunto le caratteristiche di mutevolezza tipiche della nostra “modernità liquida” , dove tutto è fugace, passeggero, instabile.
L’esigenza di adattarsi a questi cambiamenti repentini, impone l’acquisizione di una mentalità aperta, “flessibile”, che sappia andare incontro alle innovazioni senza esserne sopraffatta.
Il punto fermo per ottenere questa condizione rimane quindi “la formazione”, intesa ovviamente non come mero addestramento pre-lavorativo, bensì come condizione di apprendimento, che deve durare l’intero arco della propria vita.
In Italia questo traguardo non è stato ancora completamente raggiunto, e gli obiettivi della Strategia di Lisbona sono ancora lontani.
La II Parte intitolata “La Legge 30/03 e la Riforma del Mercato Italiano del Lavoro” approfondisce la tematica dei problemi connessi all’universo lavorativo Italiano, con particolare riferimento alle contenuti della Legge stessa, detta anche Legge Biagi, dal nome del giuslavorista che l’aveva stilata, dando contemporaneamente uno sguardo al passato, verso i propositi e uno sguardo al presente mediante l’analisi della situazione condotta dall’attuale Ministro del Lavoro Cesare Damiano e da alcuni esperti del settore.
Il lavoro prosegue con la descrizione delle principali attività di Orientamento e Placement, condotte da Enti, Imprese e Università con l’obiettivo di favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, di disoccupati giovani e meno giovani, che possono usufruire di numerosi servizi, tra i quali alcune “banche dati” che mettono in contatto le Università con le Imprese.
Questa parte si conclude con un’indagine condotta dall’Istituto ISFOL, che da anni si interessa di formazione, riguardante la situazione occupazionale dei laureati nel 2005.
La III parte concerne gli aspetti pedagogici legati al lavoro e allo spazio di “educabilità” che lo caratterizza, e che ha favorito la nascita
R/P
di discipline di studio come la Pedagogia del Lavoro, che fondano
insieme presupposti legati alla cura e all’attenzione della Persona (capitale umano), con discipline organizzative legate al Lavoro.
Le Conclusioni finali sono imperniate sulla “Strategia di Lisbona del 2000” e sulla “Riconversione” attuata a seguito del fallimento degli obiettivi ivi fissati. A sigillo dell’intero lavoro vengono offerti in formato giornalistico i risultati emersi dai lavori del Consiglio europeo, tenutosi nel mese di dicembre scorso, con i primi bilanci effettuati, dopo la procedura di rilancio degli impegni di Lisbona.
Alla luce dei dati emersi vengono analizzati sia gli scenari italiani che quelli europei, e si profilano le iniziative da intraprendere, affinché quanto stabilito nel 2000 a Lisbona non continui a rimanere soltanto una dichiarazione d’intenti.

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INTRODUZIONE Con questo lavoro noi ci proponiamo di dimostrare la tesi che nel momento storico attuale caratterizzato da grandi cambiamenti che investono tutti i settori della vita sociale, in cui crollano vecchi capisaldi e punti di riferimento sui quali per decenni si è basata la nostra società, e al contempo si creano “spazi vuoti”, che non vengono immediatamente riempiti da teorie e valori idonei, per sostenere l’onere del passaggio dell’impianto sociale da un sistema all’altro, ci sia bisogno di adattarsi alla precarietà generale con l’ausilio di strategie formative adeguate, che tengano conto di tale situazione. La precarietà o la “modernità liquidità” 1 dei nostri tempi così definita da Z. Bauman un autore contemporaneo, fa sì che tempi sempre più compressi, personalità sempre più poliedriche, e richieste di performance sempre più elevate inducano ad orientarsi necessariamente verso un’impronta di flessibilità. Flessibilità nelle collocazioni strutturali degli individui – flessibilità verticale- pluricollocazioni simultanee – flessibilità orizzontale-. 1 Z. Bauman, tr. It., “Modernità liquida”, in G. Alessandrini ( a cura di ) Pedagogia delle risorse umane e delle organizzazioni, Roma, Guerini Studio 2004, p.9 5

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Parole chiave

bncl
la formazione
lavoro
legge 30/03
legge biagi
mercato lavoro
modernità liquida
orientamento
placement
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