Il ciminal profiling: dalla scena del crimine al profilo psicologico del criminale; dall'autore del reato allo studio della vittima
L’aggressività, la violenza apparentemente immotivata, la gratuità e la sproporzione del gesto sono stati vissuti in prima persona, nonché sperimentati, in differenti contesti, come quello clinico e quello sociale. La letteratura scientifica sostanzialmente concorda che solamente una bassa percentuale di soggetti affetti da disturbi mentali manifesta comportamenti distruttivi, ed il bisogno di comprendere quale sia il motore primo della violenza, quale l’assetto di personalità che sta alla base di suddetta violenza, ha prodotto una vastissima letteratura e rappresenta uno dei maggiori campi di studio della criminologia. Molti autori, da tempo, si sono impegnati nello studio di un particolare approccio, alla comprensione di chi possa rendersi interprete assoluto di un atto estremo quale l’omicidio o, comunque, di un crimine violento: si tratta del criminal profiling. Questo vuole essere il tema del presente lavoro, una descrizione del profilo psicologico dell’autore di un reato violento a partire dall’analisi dei più piccoli e apparenti dettagli della scena del crimine che necessariamente raccontano qualcosa dell’autore del reato, agli occhi di chi sa ed è addestrato ad osservare. Il profiling si pone al confine tra la scienza dell’investigazione e le discipline psicologiche, al confine tra psicologia e psichiatria clinica e forense, tra statuto di scientificità e arte. In Italia, diversamente da altri paesi del mondo, il criminal profiling sembra essere accompagnato da scetticismo e da sospetto
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Informazioni tesi
Autore: | Michele Spallino |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Maria Garro |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 108 |
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