Meister Eckhart, modello mistico cristiano

Alla domanda che mi sono posto nell’introduzione se “è ancora possibile percepire l’eco di una sublime lezione di autentica filosofia come quella della riflessione di Eckhart?” rispondo che ciò è possibile per chi ha buone intenzioni per ascoltare: “chi ha orecchi per intendere, intenda” (Lc 8,8).
Come ho mostrato in particolare nel terzo capitolo la mistica di Eckhart ha punti in comune con altri percorsi mistici quali il buddhismo, lo zen, l’induismo e perfino la scienza può trarre spunto per varie tematiche in particolare, come già ricordavo, per il pericolo di un’applicazione immorale delle conquiste
tecnologiche. Il confronto, il dialogo con altre culture è sempre cosa importante e fondamentale per riscoprire la propria, e proprio attraverso questi confronti spero di esser riuscito, seppur credo in minima parte, a mostrare come non solo altrove possiamo ritrovare determinate altezze spirituali, ma basta guardare nella propria cultura cristiana per trovare esperienze religiose ricche di spiritualità che ci permettono grazie il loro esempio di provare a condurre una vita più autentica giorno per giorno.
Tenendo conto che Eckhart non è l’unica figura significativa della mistica cristiana che può essere utile interpellare per un dialogo su una concezione cosmologica approfondita, non si può ancora dire se questa mistica risponde alle aspettative di una scienza della natura che si pone alla ricerca dei fondamenti ultimi, più o meno bene, delle religioni e delle filosofie dell’Estremo Oriente. Il suo realismo, se non rappresenta nessun progresso nella storia degli interessi scientifici ed epistemologici, ha in lui un profondo significato morale e religioso e presenta in modo originario un geniale sforzo di affermare l’unità della vita dello Spirito come conoscenza, attività e fede.