Terrorismo Islamico. L'intervento pedagogico-interculturale quale strumento per la lotta al terrorismo islamico in Italia. Dalla cooperazione internazionale a livello investigativo ai comportamenti devianti nel contesto socio-familiare e scolastico.
«pensare al passato perché ci dia l'esatta cognizione del futuro» sono le parole pronunciate dall'Avv. Carla Lettere il 9 luglio 2010 per la riapertura della Casa della Croce Rossa Italiana dell'Aquila, dopo il sisma del 6 aprile 2009. Parole che riassumono la storia di ciascuno di noi, specie di coloro che hanno vissuto in prima persona l'esperienza di una migrazione: dal meridione al settentrione, da Est a Ovest, da un continente all'altro. In quelle parole vedo una pertinenza con l'elaborato redatto, una tesi in pedagogia interculturale incardinata sui concetti di pedagogia, multiculturalità, integrazione, immigrazione, diversità. Per meglio comprendere il senso di questa ricerca, è opportuno un breve richiamo sulla pedagogia, Scienza che si inserisce in un contesto di più discipline aventi per oggetto lo studio del processo educativo. Il destinatario della ricerca pedagogica è l'uomo. Il termine pedagogia (arte del pedagogo) deriva dal greco paidos che significa bambino e da ago ovvero guidare, condurre, accompagnare. Viene analizzato il fenomeno dell'immigrazione e del terrorismo islamico, con i problemi che ne derivano, con lo scopo di raggiungere il risultato di trattare: i concetti di integrazione e clandestinità e la correlazione con la criminalità; lo studio delle origini e delle cause dei comportamenti devianti e se questi possano essere causa di criminalità, specie fra i giovani extra-comunitari; fornire un modesto contributo per meglio comprendere il caleidoscopico mondo dell'islamismo e del terrorismo islamico, le origini, le cause, la presenza in Italia. Questi sono fattori che incidono profondamente sia nella percezione della sicurezza da parte dei cittadini sia sull'operato che le Forze dell'Ordine assicurano per garantire la sicurezza, sebbene a volte le norme vigenti diano l'impressione di troppo garantismo a favore di chi delinque e dei clandestini. Sebbene possa risultare difficile, ogni argomento trattato in questa tesi è collegato da quel sottile filo rosso che rappresenta multicultura, intercultura, integrazione, inserimento in un nuovo contesto che il migrante si trova ad affrontare. Queste problematiche possono essere più o meno ampie a seconda del contesto sociale esaminato: da quello scolastico, come il cambio di una scuola per un alunno italiano, a quello etnico-sociale per un migrante straniero che decide di spostarsi in Italia o per un italiano che emigra in altri Paesi o continenti. Le conseguenze possono essere positive come una perfetta integrazione nel nuovo contesto sociale oppure negative che si manifestare con disagi, devianze, intolleranze fino ad arrivare a veri e propri comportamenti criminali, talvolta fomentati in nome di una religione che viene interpretata in forma distorta. Immigrazione e scuola è un binomio che inevitabilmente ci fa riflettere sul problema della scolarizzazione degli immigrati e dei loro figli, costituenti la seconda generazione. Assistiamo al cambio della società dove le culture etniche definite e delimitate nell'ambito di un territorio si trasformano in un'unica cultura multietnica su scala globale dove però il multiculturalismo non sostituisce il pluralismo: in sostanza, solo quando si evita la ghettizzazione o l'auto ghettizzazione, quando si valorizza l'identità di ogni singola minoranza e se ne favorisce l'integrazione nel tessuto sociale, a livello legislativo, sociale e culturale, solo allora si può effettivamente parlare di multicultura. Concetti elaborati nel passato ma che ci danno ancora l'esatta cognizione del presente e del futuro. Nella seconda parte di questa tesi, ho esaminato il rapporto fra sicurezza e cooperazione internazionale in materia di lotta al terrorismo ed al crimine organizzato, in particolare quello islamico, cercando di sfatare dei pregiudizi sull'islamismo e sulla religione islamica. A tal proposito, avvalendomi della disponibilità dell'Imam Dhafer M'Barek, vice-presidente dell'Associazione delle Comunità Islamiche della provincia di Pesaro e Urbino, ho avuto uno scambio di opinioni sulla cultura islamica e sul mondo musulmano. Da questo colloquio è emerso come il Corano, al pari delle altre religioni, non ammette guerre o sopraffazioni sulla vita altrui. Per rispondere quindi alla domanda se sono stati raggiunti i risultati, credo che non spetti al sottoscritto fornire una risposta bensì occorre rifarsi al giudizio dei lettori che avranno la compiacenza di leggere questa ricerca. L'elaborato potrà fornire ulteriori spunti di riflessione e investigazione utili per meglio comprendere il mondo islamico e, soprattutto, favorire il dialogo per una maggiore integrazione dei cittadini extra-comunitari in una società ormai multiculturale, dove la pedagogia interculturale assume un ruolo rilevante.
[criminologia, cooperazione internazionale, intelligence, immigrazione, terrorismo islamico, migranti, stranieri, investigazione, comportamenti devianti, intercultura, multicultura, integrazione, montessori, federici]
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Informazioni tesi
Autore: | Andrea Pierleoni |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi dell'Aquila |
Facoltà: | Corso di laurea in Scienze dell'Investigazione |
Corso: | L-34 |
Relatore: | Marco Antonio D'Arcangeli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 393 |
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