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La visual identity aziendale: il caso Blumel

Le imprese italiane, oggi, si trovano a dover affrontare gli effetti di una crisi economica e finanziaria, tra le più gravi degli ultimi decenni, che, originata nel 2006 dal mercato immobiliare statunitense, si è diffusa rapidamente in quasi tutti i paesi del mondo, tra i quali l’Italia, generando una pesante recessione economica. Da un lato si constata un decremento generalizzato dei ricavi, dovuto sia alla concorrenza sui prezzi sia alla diminuzione della domanda; dall'altro, si rileva il costante incremento dei costi di gestione aziendale, unito alla difficoltà di disporre di sufficiente liquidità per potere fare fronte ai pagamenti con regolarità e, meno che mai, a nuovi investimenti. Il risultato è una riduzione significativa degli utili operativi, che spesso mette a repentaglio la stessa sopravvivenza di molte imprese. È ovvio che in molti si chiedono quali siano le scelte e le strategie più efficaci per risollevarsi da una situazione che sembra non presentare molte vie d'uscita. È altrettanto palese, in detto contesto, che i metodi tradizionali di approccio al mercato, così come gli strumenti gestionali, non sono più sufficienti per reggere la competizione dell’attuale sistema economico guidato ormai da leggi economiche che ottemperano alla logica della globalizzazione. Pertanto, sono necessari modalità e mezzi innovativi per affrontare tale sfida competitiva. La comunicazione possiede tutte le potenzialità, se gestita correttamente, per diventare il trait d’union tra l’azienda e il mercato. Comunicare i valori aziendali è diventato un must non solo per le grandi imprese, da sempre big spender dell’advertising e della comunicazione d’impresa in generale, ma sopratutto per le PMI. Nel mercato odierno, che ormai possiamo definire “glocale” , la cura dell'immagine aziendale è un aspetto che diventa sempre più importante. La nuova realtà dei mercati internazionali, con la relativa competizione, rende fondamentale presentare la propria azienda con un’identità visiva ben curata in modo tale da rafforzare il proprio brand e renderlo riconoscibile ai propri stakeholder effettivi e potenziali. È purtroppo la regola, e non l’eccezione, constatare che molte imprese non prestano la giusta attenzione a questo straordinario asset, rappresentato dalla comunicazione, declinato in ciò che nel presente lavoro viene definito communication mix. Alla luce delle considerazioni sopra esposte, nel presente lavoro si è deciso di avviare la progettazione di una visual identity per un’azienda di Home Fashion (Blumel). L’elaborato si propone di dimostrare come la visual identity non obbedisce a criteri affidati alla solo creatività, bensì è frutto di uno studio approfondito, da parte dell’azienda incaricata, attraverso l’analisi di ciò che viene definito la corporate identity. Solo in un secondo momento, tale studio fungerà da guida per una forma di creatività, disciplinata dai più diversi fondamenti teorici (ad esempio, il marketing, la comunicazione, la semiotica, la psicologia, ecc.), volta ad elaborare l’aspetto visivo dell’azienda, ovvero la sua visual identity. Nel corso del lavoro, si evidenzierà, inoltre, come non si possa sottovalutare alcun aspetto della comunicazione d’impresa, e come ognuno di tali aspetti necessiti di continua gestione e controllo, il tutto rispettando i principi di coerenza che dovrebbero reggere i rapporti sinergici vigenti tra la corporate personality, la corporate identity, la corporate image (esplicate per mezzo delle varie forme di corporate communication) e la loro trasposizione visiva, la visual identity.
L’azienda Blumel pur essendo da molti anni sul mercato, prima come produttore di abbigliamento sportivo e poi nell’ambito del Home Fashion, non si è mai dotata di una visual identity (immagine coordinata) adeguata alla sua identità aziendale.
Se è già difficoltoso promuovere la visual identity delle grande imprese (le quali devono convincere gli stakeholder e il target di riferimento a continuare a preferire la propria azienda rispetto alle altre) che dispongono di grandi mezzi economici e finanziari, risulta più difficile per le PMI che non dispongono di tali risorse. Quando una piccola azienda (come la Blumel) si affaccia per la prima volta sul mercato (vuoi come una azienda neonata, vuoi con un brand o un prodotto nuovo) diventa necessario progettare e sviluppare una strategia che comunichi non solo la personalità e, quindi, l’identità dell’azienda in questione, ma che sappia anche convertire tali aspetti in un’identità visiva, che nel presente lavoro assume la denominazione anglosassone di visual identity.

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1 Introduzione Le imprese italiane, oggi, si trovano a dover affrontare gli effetti di una crisi economica e finanziaria, tra le più gravi degli ultimi decenni, che, originata nel 2006 dal mercato immobiliare statunitense, si è diffusa rapidamente in quasi tutti i paesi del mondo, tra i quali l‟Italia, generando una pesante recessione economica. Da un lato si constata un decremento generalizzato dei ricavi, dovuto sia alla concorrenza sui prezzi sia alla diminuzione della domanda; dall'altro, si rileva il costante incremento dei costi di gestione aziendale, unito alla difficoltà di disporre di sufficiente liquidità per potere fare fronte ai pagamenti con regolarità e, meno che mai, a nuovi investimenti. Il risultato è una riduzione significativa degli utili operativi, che spesso mette a repentaglio la stessa sopravvivenza di molte imprese. È ovvio che in molti si chiedono quali siano le scelte e le strategie più efficaci per risollevarsi da una situazione che sembra non presentare molte vie d'uscita. È altrettanto palese, in detto contesto, che i metodi tradizionali di approccio al mercato, così come gli strumenti gestionali, non sono più sufficienti per reggere la competizione dell‟attuale sistema economico guidato ormai da leggi economiche che ottemperano alla logica della globalizzazione. Pertanto, sono necessari modalità e mezzi innovativi per affrontare tale sfida competitiva1. La comunicazione possiede tutte le potenzialità, se gestita correttamente, per diventare il trait d’union tra l‟azienda e il mercato. Comunicare i valori aziendali è diventato un must non solo per le grandi imprese, da sempre big spender dell‟advertising e della comunicazione d‟impresa in generale, ma sopratutto per le PMI. Nel mercato odierno, che ormai possiamo definire “glocale”2, la cura dell'immagine aziendale è un aspetto che diventa sempre più importante. La nuova realtà dei mercati internazionali, con la relativa competizione, rende fondamentale presentare la propria azienda con un‟identità visiva ben curata in modo tale da 1 Cfr. http://www.frontpoint.it/it/materiali/vendere.asp (Consultato il 05/09/2009) 2 Il termine “glocale” fonde i due termini opposti global e local, globale e locale, nell’intento di realizzare un approccio di marketing in grado di far convivere l’inevitabile globalizzazione del mercato (dei beni e dei servizi) con l’altrettanto imprescindibile necessità di tutelare le specifiche tipicità del mercato di interesse locale.

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