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Progetto di ricostruzione degli arredi facenti parte della sacrestia dell'ex Chiesa di Santa Maria in Brera

Questa seconda tesi, è iniziata da un’attenta osservazione di tutti gli elementi strutturali, costruttivi e meccanici dei due cassettoni e dei quattro armadi, che un tempo facevano parte della sacrestia dell’ex chiesa di Santa Maria in Brera.
Nella prima parte ci si è focalizzati su un attento studio, che si potrebbe definire di tipo pratico, teorico e di progetto di ricostruzione di quelli che sono i sei arredi di Brera confrontabili con altri arredi coevi, da sacrestia di alcune basiliche di Milano e della provincia lombarda. Per rendere questa ricerca più esaustiva, si sono messi a confronto analogie e differenze che meglio identificano i particolari quali, modanature, specchiature, pomelli, serrature e maniglie, con i sei arredi oggetto di studio. Seguita successivamente, da una dettagliata documentazione fotografica e di rilievo con presa delle misure sia di massima che di tutti i particolari che ne definiscono l’opera architettonica.
Si sono prese le quote principali che ne definiscono l’altezza, la larghezza e la profondità, accompagnate dalle trilaterazioni che ne definiscono tutti i particolari. Inoltre si sono mappate le zone di maggior degrado quali fessurazioni di grave entità e parti aggiunte in un secondo momento.
Si sono così effettuati, degli esempi di progetto di ricostruzione in 2D, di questi arredi, aiutandosi con il confronto di altre sacrestie, tutte seicentesche e settecentesche, di Milano e della provincia lombarda quali:
• le tre sacrestie della Basilica di San Martino ad Alzano Lombardo;
• la sacrestia della Basilica di San Lorenzo Maggiore a Milano;
• la sacrestia della Basilica di Santa Maria del Carmine a Milano;
• la sacrestia della Basilica di Santa Maria delle Grazie a Milano;
• la sacrestia della Certosa di Garegnano a Milano;
• la sacrestia della Chiesa di San Giorgio al Palazzo a Milano;
• la sacrestia della Chiesa di Santa Maria degli Angeli detta chiesa di Sant’Angelo a Milano;
• la sacrestia del Monastero di Chiaravalle.
In conclusione mostro un esempio di ricostruzione in tridimensione di un pezzo relativo ad un cassettone che potrebbe essere, oggetto di spunto, per le future ricerche di progetto di rimontaggio grazie al programma Agisoft Metashape scan 3D che utilizza come concetto base la fotogrammetria molto importante nel mondo del restauro quando si tratta di ricostruire parti mancanti di un oggetto soprattutto sottolineando lo stato di conservazione dell’opera.

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15 3. Le sacrestìe nelle Basiliche di Milano e della provincia lombarda: confronto con gli arredi della sacrestìa dell’antica Chiesa di Santa Maria in Brera L’armadio nell’architettura milanese, è caratterizzato da un sobrio classicismo di tradizione cinquecentesca che lasciava poco spazio alle articolate soluzioni compositive e spaziali che proprio in quegli anni si andavano diffondendo in Italia, grazie all’attività di Gian Lorenzo Bernini e di Francesco Borromini. Per quanto riguarda le sacrestìe ne abbiamo un esempio nella Chiesa di San Fedele dove gli armadi sono stati portati avanti da Daniele Ferrari, autore nel 1639 (Fig. 8). Fig. 8. Vista sud-ovest dell’interno della sacrestìa della Basilica di San Fedele a Milano Nella bergamasca invece c’era la famiglia dei Fantoni, nell’esecuzione del mobilio delle loro dimore, seguendo in ciò l’esempio della nobiltà e della ricca borghesia di Alzano Lombardo dove nel 1680 Grazioso il Vecchio, insieme ai figli, aveva portato a termine gli arredi della prima sacrestìa della Basilica di San Martino. Mentre la seconda sacrestìa venne portata avanti da Andrea in collaborazione con la bottega di Giovan Battista Caniana, intagliatore originario di Roma e lombardo. Fu spesso affiancato ai Fantoni, nella realizzazione di importanti commissioni di arredi. Caniana si dedicò allo studio del disegno ed era specializzato nell’intarsiare le superfici lignee

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Parole chiave

restauro
chiese
conservazione
valorizzazione
3d
tutela
brera
autocad
ricerca storica
sacrestie

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