Domenico Barbaja: «Il Principe degli impresari». Il periodo viennese (1821-1828)

Prima dell’arrivo di Barbaja a Vienna, l’imperatore aveva scelto come nuovi amministratori del Kärntnertortheater il conte Moritz von Dietrchstein e il nobile Ignaz Franz Mosel. Essi non vollero avere in gestione il teatro ed emerse quindi una nuova figura: il conte Wenzel Robert von Gallenberg. Era sposato con Giuditta Guicciardi, cui Beethoven aveva dedicato una sonata, ed era il rappresentante locale di Barbaja e Duport. Era conosciuto in Italia come compositore di balletti e fece la conoscenza con l’impresario milanese a Napoli. A Vienna era un fecondo compositore di balletti ed ebbe molto successo. E’ grazie a questa figura che iniziarono le trattative per un contratto d’appalto per Barbaja e Duport. Il conte Gallenberg fece da garante e intavolò i negoziati con la polizia e la censura. Finalmente il 6 novembre del 1821, dopo mesi di discussioni, si arrivò ad un accordo.

Nel corso del tempo Domenico Barbaja concluse diversi contratti per la gestione del Kärntnertortheater. I periodi possono essere riassunti in due:
• dal 1° dicembre 1821 al 3 marzo 1825
• dal 1° aprile 1826 al 30 aprile 1828

Durante queste due ere si svilupparono diverse dinamiche, cambiamenti e scelte artistiche. Nella prima fase le figure principali presenti al Teatro di Porta Carinzia sono Carl von Weber - per accontentare la parte dell’opinione pubblica a favore dell’opera tedesca - e Gioachino Rossini. Questa duplice presenza artistica è stata descritta come uno dei più grandi successi dell’istinto commerciale
di Barbaja46. Nel secondo periodo, invece, nodo centrale furono le rappresentazioni delle opere di Bellini e Donizetti.
Barbaja colse questa opportunità per servire gli scopi culturali della corte d’Asburgo, approfittando anche del nuovo mercato operistico e salvandosi, quindi, dalla crisi napoletana pur continuando a gestire i teatri italiani da lontano. Creò un vero e proprio doppio mercato artistico tra Vienna e l’Italia. Gli anni dell’impresario nella capitale austroungarica segnarono una svolta per la sua carriera ma anche per la storia del Kärntnertortheater: infatti dopo la sua partenza da Vienna lasciò un vuoto che si rivelò difficile da colmare. Solo con l’arrivo di un altro impresario italiano, Bartolomeo Merelli, il Kärntnertortheater rivide un periodo d’oro.