L'altra faccia dell'obesità: stigmatizzazione sociale, il ruolo del nutrizionista e altre figure professionali
Stigma, stress, depressione, bassa autostima e insoddisfazione corporea
Il meccanismo dello stress ha permesso all'essere umano di evolversi e di andare avanti, infatti, sebbene un certo grado di stress sia necessario per l'adattamento un' alta quota di stress può avere degli effetti nocivi sul nostro organismo.
Il nostro organismo ha dei meccanismi che si autoattivano per difendersi, proteggersi e adattarsi alle situazioni di stress; sono dei meccanismi fisiologici che sia negli animali, che negli esseri umani prevedono lo stesso iter, ovvero: attivazione della via nervosa con liberazione di catecolamine e attivazione della via endocrina con secrezione di corticosteroidi; la risposta allo stress, a qualunque stress si venga sottoposti, è aspecifica, infatti si attivano le vie di lotta/fuga.
Con l'attivazione della via nervosa si ha l'attivazione del sistema nervoso simpatico, che agisce in modo autonomo e regola le funzioni vitali dell'organismo, in seguito a questa attivazione si liberano le catecolamine, in particolare la noradrenalina e l' adrenalina, grazie a queste due sostanze il corpo si prepara all'azione, infatti il battito cardiaco accelera, arrivano più sangue e ossigeno ai muscoli, la respirazione diventa più rapida e profonda, si ha vasocostrizione, rallentano tutte le altre funzioni che potrebbero interferire, come la digestione e si è pronti all'azione.
L'attivazione della via endocrina, invece prevede l'attivazione dell'asse asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) che è il coordinatore centrale dei sistemi di risposta neuroendocrina allo stress. In questo circuito ha un ruolo centrale l'amigdala, infatti tutte le afferenze esterne arrivano direttamente in questa regione in pochissimo tempo, molto prima che lo stimolo arrivi alla corteccia cerebrale; infatti mentre la corteccia cerebrale ancora sta analizzando lo stimolo stressante, l'amigdala ha già prodotto una risposta proprio per quanto riguarda le reazioni emotive; dall'amigdala partono dei segnali che raggiungono l'ipotalamo, a questo livello si ha l'integrazione quindi, sia dei segnali che provengono dall'amigdala e sia dei segnali che provengono dal tronco cerebrale, che controllano le risposte del sistema nervoso simpatico; questi stimoli che raggiungono l'ipotalamo fanno si che da questo avvenga la secrezione di corticotropina (CRH) che va a stimolare l'ipofisi.
A livello dell'ipofisi anteriore si ha il rilascio di adrenocorticotropina (ACTH) che arriva fino alla corteccia delle ghiandole surrenali e stimola il rilascio di glucocorticoidi, il primo fra tutti il cortisolo.
Il cortisolo, è un'ormone chiave, infatti esegue delle azioni molto specifiche per rispondere allo stimolo stressogeno: stimola la glicogenolisi e la gluconeogenesi per rilasciare più glucosio in circolazione nel torrente ematico; stimola anche il rilascio di acidi grassi liberi a livello ematico, aumenta la volemia con conseguente aumento della pressione arteriosa, va ad inibire gli stimoli sessuali, la digestione, la crescita, l'infiammazione e va a reprimere i nocicettori (recettori del dolore).
La risposta allo stress continua fin quando il cervello non percepisce che lo stimolo stressante è cessato.
Inoltre il cortisolo ha un effetto sull'Ippocampo e sull'amigdala, grazie ad un meccanismo a feedback negativo, a livello dell'ippocampo ci sono molti recettori del cortisolo, quando si ha troppo cortisolo in circolo, dovuto allo stress, l'ippocampo cerca di arginare i suoi effetti e mantenere l'omeostasi; nello stesso momento l'amigdala non riesce a capire che lo stimolo stressante è cessato, ma che molto cortisolo è rimasto in circolo, e quindi reagisce ed elabora emozioni come paura ed ansia e disattiva l'ippocampo in modo da non sprecare risorse per l'apprendimento.
Se la situazione persiste si potrebbe anche ledere l'ippocampo ed avere conseguenze sull'intero organismo e dare il via ad un circolo vizioso; infatti si inizierebbe a vivere in un costante stato di vigilanza e allerta. Quindi gli ormoni dello stress, in particolare il cortisolo, giocano un ruolo fondamentale e l'esposizione a questo particolare ormone diventa un fattore determinante dello stato di salute dell'essere umano, infatti risultano determinanti, non solo i fattori genetici, ma anche quelli ambientali, considerando sia quelli prima e dopo la nascita e lo stile di vita, quindi alimentazione, sedentarietà e cattive abitudini come fumo o alcol.
Quindi un accumulo di stressor e di cortisolo in circolo potrebbe avere effetti negativi sulla salute, per esempio, a livello del cuore, una costante attivazione, potrebbe scatenare una crisi cardiaca, oppure si potrebbero avere altri effetti quali: depressione, ulcere, malattie immunitarie, predisposizione alle infezioni virali e cancro.
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L'altra faccia dell'obesità: stigmatizzazione sociale, il ruolo del nutrizionista e altre figure professionali
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Informazioni tesi
Autore: | Rita Bennardo |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università Telematica San Raffaele Roma |
Facoltà: | Scienze Gastronomiche |
Corso: | Scienze della nutrizione umana |
Relatore: | Patrizia Russo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 99 |
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