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Videocrazia. Televisione, politica e società negli anni del berlusconismo: un'analisi storico-critica

Specificità e punti di forza dell’offerta Fininvest

Nel capitolo precedente si è cercato di fornire una visione d’insieme del contesto storico, politico e istituzionale in cui matura la presenza berlusconiana nel settore televisivo nazionale, assieme ai principali antefatti che si pongono alle radici della sua nascita e del suo sviluppo. Si è osservato che il fenomeno dei media berlusconiani si inserisce in una lunga e rinnovata tradizione di associazione tra governance mediatica e forme di potere centrale, da cui trae continua linfa per l’inserimento di successo in un quadro povero di regolamentazione e profondamente connotato dal punto di vista politico come la radiotelevisione privata nei decenni 1970-1980 e 1980-1990.
Rimane tuttavia da chiarire quali siano i fattori contenutistici e tecnici esclusivamente tipici delle emittenti Fininvest che permettono a Berlusconi di conseguire lo status di privato televisivo per eccellenza, e di costruire così i presupposti per una futura e ancora più profonda penetrazione negli equilibri istituzionali della Repubblica.
In tal senso, è necessario ripartire da una fase fondamentale della costituzione della galassia Fininvest, ossia il 1984. In questo anno, che, come si è visto, è ritenuto dalla storiografia specialistica del settore come coincidente con la nascita di quello che si intende come “duopolio televisivo”, la proprietà berlusconiana assume i connotati odierni tramite l’articolazione in tre reti: Canale 5, Rete 4 e Italia 1.
Le tre emittenti menzionate si distinguono ampiamente tra loro per l’offerta e la tipologia di pubblico di riferimento: in tale capacità di diversificazione, tra vari elementi, risiede l’unicità della presenza televisiva berlusconiana, che in tal modo plasma l’orizzonte espressivo e le strategie dei soggetti concorrenti.
Oltre alla Canale 5 di fondazione berlusconiana, gli altri due presidi della galassia Fininvest si caratterizzano in primis per il disporre di una storia precedente all’ingresso nel gruppo, come si osservava in precedenza. Tra queste, quella che può vantare radici più longeve, in quanto nata da un circuito di network esistente già dal 1979 (GPE-Telemond) è la mondadoriana Rete 4. Già nel periodo precedente all’acquisizione berlusconiana, il suo palinsesto è caratterizzato da alcuni punti di forza commerciali rispetto all’offerta Rai del tempo: un primo esempio in tal senso sono prodotti seriali di importazione specialmente americana, tra cui spicca per successo di pubblico la soap opera Dynasty, la quale come si è visto si contrappone all’omologa Dallas di Canale 5.
La programmazione, peraltro, risente inevitabilmente dell’impostazione di provenienza editoriale della proprietà, e può annoverare prodotti di punta del giornalismo contemporaneo: esempi in tal senso sono Eugenio Scalfari, Giorgio Bocca ed Enzo Biagi. In aggiunta all’informazione e a prodotti cinematografici di qualità, è inevitabile menzionare come Rete 4 sia anche la culla di un programma che sarà segnante per l’evoluzione del genere del talk show, ossia il Maurizio Costanzo Show, il quale va in onda per la prima volta nel 1982; tipici della prima programmazione mondadoriana sono anche primi esempi di comunicazione politica in contesti televisivi non pubblici come Cipra di Enzo Tortora e Italia parla di Pippo Baudo e Tortora (Grasso, 2013, ma anche Piazzoni, 2013). Nonostante la menzionata eterogeneità dell’offerta nella produzione, già la critica televisiva contemporanea sottolinea la mancata ottimizzazione nella disposizione dei programmi e nel sostegno pubblicitario a questi ultimi85. La seconda grande acquisizione di Fininvest, ossia l’Italia 1 originariamente di proprietà della Rusconi Editore S.p.A., è invece qualificata sin dai suoi inizi da una sensibilità editoriale ben diversa, seppur sempre influenzata da un’impostazione tipica della carta stampata come per l’emittente di Mondadori: la sua programmazione è difatti plasmata per un target popolare e familiare, dando inoltre dovuto spazio a prodotti televisivi animati di importazione giapponese (anime) per bambini e adolescenti, come Lady Oscar e Candy Candy; quest’ultima tipologia di programma rimarrà peraltro una costante identificativa per la storia dell’emittente. Tuttavia, anche per il presidio televisivo di Rusconi si riscontrano ben presto difficoltà di natura logistica e finanziaria, specie a causa del notevole aumento delle quotazioni per l’acquisto di film e prodotti seriali importati dalle major statunitensi86. Tra le cause di tale fenomeno, che porterà in breve Italia 1 a cedere a Berlusconi, viene spesso individuata l’impostazione strategica della prima Fininvest, che mette in tal modo in profonda difficoltà la concorrenza privata – e la stessa Rai – acquistando in blocco i diritti di una grande quantità di produzione cinematografica autoctona e statunitense e causandone allo stesso tempo l’innalzamento dei prezzi (Menduni, 2002).
La strenua competizione messa in atto da Canale 5 nei confronti delle dirette concorrenti ripaga dunque in breve i suoi frutti, come si diceva, e già a metà del decennio 1980-1990 il gruppo Fininvest si ritrova a gestire un’inedita linea editoriale tripla, caso fino a quel momento unico nella storia del settore televisivo nazionale. Si ha infatti Canale 5, rete principale del gruppo dall’offerta eterogenea e taglio familiare; Italia 1, che conserva nel post-Rusconi un’impostazione indirizzata a un target giovanile; e Rete 4, caratterizzata dall’abbondante presenza di prodotti seriali (soap opera e sitcom) spesso di importazione internazionale.



85 Un esempio in tal senso è A. Pilati, “A piccoli passi verso la rete”, in Prima Comunicazione, aprile 1982.
86 R. Duiz, “Le tappe della tv commerciale in Italia: dal cavo artigianale di Biella al dominio di Berlusconi”, in Problemi dell’informazione, XI, vol. 4 (1986), pp. 543-569.

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Informazioni tesi

  Autore: Brenno Rubegni
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2023-24
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Giovanni Cristina
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 51

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