La relazione con l' ''altro'' nella società postmoderna. Per un'analisi della figura dello straniero.

Il limite di alcune riflessioni della psicologia ambientale e cognitiva è stato nella costante demarcazione fra il soggetto e l’ambiente considerate due realtà che devono interagire. Considerazione dell’ambiente in quanto soggettività riflessa e il soggetto come estensione cognitiva dell’ambiente significa «pensare la differenza», cioè la capacità di ambientarsi ad un soggetto, all’interno di un contesto. É chiaro che lo straniero realizza la possibilità che l’irruzione del nuovo possa essere condivisa, che venga vissuta come crescita nella reciprocità, in quanto relazione fra nuovi che ancora devono dispiegarsi. La possibilità di accettare questo dialogo fra nuovi, significa innanzitutto avere spazi mentali per accettare e condividere la diversità. In assenza di essi, è il pensiero autoreferente che satura i processi di significazione ad imporsi: pensiero saturante familiare, istituzionale, sociale, un pensiero che si oppone alla trasformazione ed alla crescita. La ricerca psicologica legata alla psicologia dei gruppi e di comunità, negli ultimi anni si è accostata sempre di più ad una analisi della possibilità di pensare e produrre cambiamenti all’interno degli elementi che determinano la percezione degli spazi e dei climi ambientali. Da questa ricerca diviene opportuno distinguere “l’affective appraisal dall’arousing”, cioè la valutazione affettiva dell’ambiente dalla capacità di costruire relazioni “attivanti” con l’ambiente stesso”. Molti studiosi hanno ritenuto opportuno costruire una vera e propria matrice di preferenza ambientale che analizzi la relazione fra soggetto e ambiente.