Beacon e Smart Tourism: il progetto ''Todi Città Parlante''
Smart Tourism
In una Smart City, città sempre più attenta alla sostenibilità dell’ambiente che la circonda e a evitare qualsiasi tipologia di spreco, l’installazione e l’impiego delle più avanzate tecnologie – dai sensori di prossimità, alle autovetture ecologiche – hanno progressivamente favorito l’evoluzione anche del suo capitale umano, i cittadini, che oggi utilizzano e integrano sempre più dispostivi intelligenti. Pertanto è chiaro che una città per essere effettivamente definita “smart”, deve permettere ai suoi abitanti di sviluppare un certo livello di “smartness”, una propensione e un interesse nei confronti della tecnologia da trasformarli in “Smart People”.
Queste “persone intelligenti” vivono in ogni suo aspetto la tecnologia, la ricercano e soprattutto la usano per soddisfare qualsiasi bisogno della loro vita: ad esempio quando decidono di dedicarsi a un lungo viaggio, magari per diletto, svolgono qualsiasi tipo di azione – dalla ricerca della località da vistare, dove dormire e anche dove mangiare – con lo smartphone o altro dispositivo smart, modificando di volta in volta il proprio obiettivo senza alcuna difficoltà. Ne consegue che quando le Smart People rivestono i panni di visitatori «non vogliono più esperienze turistiche pianificate, messe in scena per loro dall’offerta turistica, ma vogliono svolgere un ruolo più attivo […] che li coinvolga nelle fasi di creazione, produzione e consumo, e gli fa assumere al tempo stesso il ruolo di produttore e consumatore».
Dunque è chiaro che persino il turismo ha dovuto adeguarsi a questa onda di innovazione, superando la carta stampata «limitata dalla scala di rappresentazione, ma al tempo stesso adattata (e correttamente adeguata) a una forzata selezione dei contenuti, che dovevano essere compatibili con la sua leggibilità», acquisendo le competenze necessarie per diventare anch’esso “smart” – ad esempio implementando e modificato il modo di accedere alle informazioni, progettando portali web per la prenotazione di biglietti e/o pernottamenti e/o per la consultazione rapida degli orari di apertura di qualche museo.
Si configura così lo “Smart Tourism”, inteso come «l’uso e l’applicazione della tecnologia nel turismo […] il turista è un viaggiatore e non un residente, per cui l’introduzione del paradigma smart nel turismo fa specifico riferimento da una parte, alla sostenibilità e alla qualità di quel segmento della vita in cui si è turisti, e, dall’altra parte, al consumo, in quanto il turista è essenzialmente un consumatore»55. Sotto questo approccio, l’implementazione di sistemi tecnologi nell’esperienza turistica – dal portale web, a un’applicazione mobile – non si ferma solo alla semplice consultazione di informazioni, ma va ben oltre, permettendo all’ospite addirittura di poter vivere un “viaggio interattivo”, oltre la semplice visione a occhio nudo di ciò che lo circonda.
Un esempio in questo senso è l’app mobile “ViewRanger”, disponibile sia per Android che per iOS, il cui target principale sono turisti, soprattutto quelli che amano le escursioni all’aria aperta. Attraverso l’utilizzo dell’app, l’utente può scegliere tra un vasto assortimento di percorsi pre-configurati oppure crearne nuovi semplicemente condividendo i propri spostamenti in tempo reale.
L’aspetto che risulta essere il più entusiasmante è la possibilità di vivere la “augmented reality” (realtà aumentata) semplicemente inquadrando con la fotocamera del proprio dispositivo intelligente l’ambiente circostante. L’utente-turista così facendo vedrà l’ambiente animarsi in una sorta di mappa vivente che indicherà i luoghi, le montagne e/o i paesi in quel momento osservati e quale direzione seguire per raggiungerne degli altri. Questo è decisamente un modo rivoluzionario per realizzare un turismo intelligente, permettendo agli ospiti di osservare un paesaggio e interagire con esso come se non ci fosse più nessuna tipologia di confine.
Alla luce dell’esempio e delle considerazioni appena fatte, sembra doveroso citare un lavoro della professoressa Jennie Germann Molz, esperta di sociologia, globalizzazione, tecnologia e turismo. Nel suo Travel Connections: Tourism, Technology and Togheterness in a Mobile World, individua quali dovrebbero essere le caratteristiche dello smart tourism:
• Connessione: lo stesso nome suggerisce «l’utilizzo di apparecchi smart, mobili e connessi a Internet, con interfacce spazialmente localizzate e capacità di localizzazione (come GPS o Google Earth) […] (in modo da) permettono al turista di orientarsi nello spazio e, al tempo stesso, lo orientano nello spazio, indirizzandolo verso luoghi altrimenti a lui invisibili»;
• Co-produzione: i soggetti dello smart tourism, come detto, sono persone con competenze tecnologiche e per questo deve prevedere «turisti che sono anche produttori intelligenti e creativi di spazio […] (favorendo) il rispetto per la destinazione turistica […] (oppure) può essere aiutato a non essere solo consumatore, e a diventare un co-produttore attivo e creativo della sua esperienza in un luogo»;
• Multi-senso: il turismo intelligente come tale «costituisce un’interfaccia tra lo spazio reale e il mondo virtuale. Non è un’esperienza simulata, come la visita virtuale a un luogo. Aspira a fare del turista non solo uno spettatore, bensì incoraggiano l’immersione nell’ambiente fisico della destinazione turistica e, al tempo stesso, nell’ambiente informazionale e narrativo creato dall’applicazione mobile».
Anche se lo smart tourism invita e sollecita il rinnovo della concezione di fare turismo, le parole di Josep Ejarque, professionista in Destination Management e Destination Marketing, sono fondamentali per non dimenticare mai che:
«Gli obiettivi di una destinazione sono di suscitare interesse, convincere, trasformare l’interesse in decisione, fidelizzare, far parlare di sé, rendere il turista il proprio promotore. […] Quali sono le azioni da effettuare? Raccontare storie sulla destinazione, aneddoti, informare, conversare, ascoltare».
Per questo motivo oggi la tecnologia dovrebbe essere inserita negli itinerari turistici con maggiore forza, introducendola sempre più sia nelle città e che nei musei. I dispositivi intelligenti che compongono la rete dell’Internet of Things – dallo smartphone a sensori come i Beacon – possono rivelarsi un alleato fondamentale per arricchire l’esperienza turistica e migliorare di conseguenza la competitività di una destinazione.
Il proseguo della tesi avrà questo scopo: prendere in analisi uno di questi dispostivi intelligenti, osservando cosa può fare e come potrebbe aiutarci, per poi giungere alla realizzazione di un progetto di Smart Tourism.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Beacon e Smart Tourism: il progetto ''Todi Città Parlante''
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Informazioni tesi
Autore: | Maria Cristina Cianini |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Università per stranieri di Perugia |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Teoria della comunicazione |
Relatore: | Salvatore Paone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 149 |
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