Criteri e strategie per la progettazione sostenibile. Caso studio: la sedia
Riuso
Per riuso si intende ciò che viene riutilizzato di un prodotto o di alcune delle sue componenti una volta che è stato dismesso. Per poter usufruire al meglio del riuso c’è bisogno che alla base sia stata prestata attenzione alla manutenzione di quel determinato materiale. Una volta che si decide di riutilizzarlo, le modifiche che possono essere apportate dovrebbero essere ridotte al minimo e limitarsi alla sola pulitura o al montaggio con altri prodotti. Anche per il riuso sono state stabilite delle linee guida che facilitano il suo procedimento:
⁃ Aumentare la resistenza alle parti che tendono a usurarsi più facilmente.
⁃ Facilitare la rimozione dei componenti che devono essere riutilizzati.
⁃ Progettare il riuso degli imballaggi.
⁃ Progettare delle giunzioni reversibili che favoriscano una separazione il più semplice possibile.
Sarebbe da sottolineare però la problematica che si crea in termini di impatto globale, in quanto la pulizia e il trasporto di queste parti non sono proprio sostenibili.
Riutilizzare piccole o grandi parti di un prodotto è una metodologia progettuale che consente sia di risparmiare nella produzione di nuovi materiali e sia di aprire la mente a nuove prospettive progettuali. Nell’ottica di dare nuova vita a componenti che non si utilizzano più o al contrario, nella ricerca di componenti che possano sostituire quelle che non ci servono più, sono state create delle piattaforme che permettono in primo luogo uno scambio virtuale e successivamente fisico.
Utilizzare piattaforme come Subito.it, eBay e le più moderne Vinted e Wallapop, con i loro spot pubblicitari semplici e immediati, abituano il consumatore a una visione più entusiasmante di riuso. Di conseguenza, avendo come obiettivo quello di prediligere sedute che possano essere riparate e mantenute a lungo, queste applicazioni possono facilitare tutto questo processo. Una sedia riutilizzata, certamente, ha più carattere e ha una storia che crea, in un certo senso, più empatia nel consumatore.
Sul criterio del riuso hanno improntato la loro carriera i fratelli Fernando e Humberto Campana. Tra i loro lavori più iconici vi è la serie di sedie Sushi per l’azienda Edra.
Interamente realizzate a mano ed essendone stati prodotti pochi pezzi, viene di conseguenza venduta a un prezzo elevato. Nonostante l’inaccessibilità per un consumatore comune, che nel momento in cui deve acquistare una sedia da destinare alla propria abitazione non può accontentarsi di un unico pezzo, questa seduta è l’esempio perfetto di ciò che riescono a creare dei semplici materiali riutilizzati in una visione più creativa della seduta. Ispirandosi a un rotolo di sushi, la seduta è realizzata arrotolando tessuti e materie di differente natura e spessore, stringendoli poi dentro dei tubolari di tessuto e poliuretano elastico. Il tessuto viene quindi arrotolato, cucito meccanicamente e tagliato.
Questa seduta può essere definita come l’emblema di approccio anti-intellettuale, tipico dei fratelli Campana, che con l’unione di vari materiali dai colori accesi e brillanti producono sedie di design senza tempo e uniche.
Fanno parte di questa collezione anche altre tipologie di sedute e divanetti utilizzando sempre la stessa tecnica di arrotolare i tessuti.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Criteri e strategie per la progettazione sostenibile. Caso studio: la sedia
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Informazioni tesi
Autore: | Simona Antonina Cangemi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2021-22 |
Università: | Università Telematica "Universitas Mercatorum" |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Disegno industriale |
Relatore: | Maria Grazia Fioravanti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 57 |
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