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La normativa su sicurezza e salute riguardante il trasporto merci e passeggeri. Il caso del porto e aeroporto di Catania.

Qualità dei prodotti ortofrutticoli: applicazione delle norme di qualità comunitarie

L’Italia è un paese esportatore di frutta e verdura in ogni par-te del mondo. Le principali aree che svolgono attività di e-sportazione verso la vicina Europa sono l’Emilia Romagna, il Trentino Alto Adige ed il Veneto, favoriti dalla posizione ge-ografica. In Italia centrale, le regioni più orientate all’esportazione sono le Marche ed il Lazio, mentre nel sud si distinguono la Puglia, la Campania e la Sicilia. Attualmente l’Italia esporta oltre 40 prodotti per un totale di 3,5 milioni di tonnellate annue, di cui circa 2 milioni e cinquecento di frutta e agrumi ed 1 milione di tonnellate di ortaggi. L’Unione Eu-ropea è il principale acquirente della nostra produzione agri-cola, con la Germania come mercato principale (45%) seguita dalla Francia (9%) L’Austria (7%) e il Regno Unito (5%).
In Italia è stato istituito, con legge del 23 giugno 1927, l'uso del "Marchio Nazionale per l'Esportazione (INE)”, a garanzia dell'osservanza dei requisiti merceologici previsti da apposite "Norme speciali tecniche" di qualità, riguardanti i principali prodotti ortofrutticoli esportati, che, in pratica, costituivano un valido disciplinare di commercializzazione del marchio stesso (Marchio di qualità sotto tutti gli aspetti).
Con il RDL 2213 del 20.12.1937, è stato sancito il rispetto delle norme di qualità per l'esportazione di alcuni prodotti or-tofrutticoli, rendendo obbligatorio l’uso del Marchio INE, si-gla identificativa dell’Istituto Nazionale per l’Esportazione che ne gestiva l’uso per legge, curando l'emanazione e l’applicazione di norme nazionali di qualità per l'esportazione di oltre 40 prodotti ortofrutticoli, rappresentanti la parte più importante della produzione italiana del settore.
Il marchio INE, ha perso la caratteristica di marchio di qualità ed ha assunto la funzione di marchio di identificazione dei servizi agricoli dell’Istituto Nazionale per il Commercio Este-ro (ex Istituto Nazionale per l’Esportazione, nato nel 1926 quasi contemporaneamente al marchio INE).
Nel dopoguerra la nascente Comunità Europea si è occupata della razionalizzazione del commercio dei prodotti agricoli con l'emanazione di specifici regolamenti, facendo riferimen-to agli standard qualitativi della "norma quadro" della Com-missione Economica dell'ONU per l'Europa (ECE/ONU).
Il regolamento base, relativo all'organizzazione comune dei mercati nel settore ortofrutticolo e della politica agricola dei Paesi della Comunità Europea, oggi Unione Europea, è costi-tuito dal Reg. CEE n° 1035/72, che ha riunito e codificato con una nomenclatura comune le norme di qualità, fissate, progressivamente, con precedenti regolamenti comunitari a partire dagli anni '60, in sostituzione delle corrispondenti di-sposizioni nazionali esistenti.
Le regole fissate dalle norme sono evidenziate nelle indica-zione esterne sui contenitori della merce, cioè nell’etichetta.
L'etichettatura riveste particolare importanza poiché fornisce all’intera filiera distributiva informazioni precise e facilmente comprensibili per l'identificazione del prodotto, sulla sua na-tura e sulle caratteristiche di qualità, sull'origine e sul fornito-re, fornendo una "carta di identità merceologica", scritta con un linguaggio univoco e di agevole comprensione, anche per i non esperti del settore. In pratica l’etichetta rappresenta, in pectore, lo strumento primario per raggiungere gli obiettivi della tracciabilità del prodotto, oggi considerata, a buona ra-gione, il massimo di garanzia per il consumatore e, soprattut-to per la difesa degli interessi dell’intera filiera agroalimenta-re.
I requisiti dei prodotti normalizzati vengono suddivisi in ca-tegorie diverse, a partire da una categoria di "élite", come la extra, passando ad una categoria < I > di buona qualità ed ad una < II > che definisce un prodotto di qualità inferiore che, comunque, garantisce dei requisiti minimi di commercializ-zazione.
Significativa è l'indicazione dell'origine del prodotto in eti-chetta. Considerato, infatti, che un frutto della stessa specie e varietà presenta caratteristiche differenti in dipendenza della zona di produzione, specialmente quelle organolettiche che vengono influenzate in modo significativo dalle condizioni pedoclimatiche delle diverse aree coltivate, l'indicazione del-l'origine rappresenta un mezzo efficace per la difesa della "ti-picità" e del suo apprezzamento da parte del consumatore.
Mentre l’indicazione dell’origine riferita alla zona di produ-zione é facoltativa, quelle relativa alla nazionalità del prodot-to é obbligatoria, per cui sulle etichette del prodotto italiano deve comparire la dicitura Italia; altre indicazioni sulla pro-venienza regionale o locale sono ammesse a carattere aggiun-tivo e facoltativo.

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La normativa su sicurezza e salute riguardante il trasporto merci e passeggeri. Il caso del porto e aeroporto di Catania.

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Informazioni tesi

  Autore: Althea Castiglione
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia Ambientale
  Relatore: Luigi Scrofani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 111

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