Il tutor come facilitatore dell'apprendimento. Formazione, compiti, modelli d'intervento.
Programmare il percorso formativo dell’apprendista
Chi all’interno dell’impresa segue gli apprendisti si trova a dover stabilire che cosa devono imparare e quali modalità adottare per raggiungere i risultati attesi.
Prima di vedere come questo modulo può essere strutturato, è necessario approfondire come si potrebbe svolgere l’attività di programmazione del percorso d’inserimento.
Innanzitutto per garantire un percorso formativo di qualità è necessario che si effettui la definizione:
• degli obiettivi che si intendono raggiungere;
• del piano di attività che consente all’apprendista di arrivare ai risultati programmati e attesi.
Per quanto riguarda la definizione degli obiettivi il tutor dovrà effettuare un’analisi del ruolo professionale che l’apprendista dovrà ricoprire al termine del percorso di inserimento per poi stabilire le competenze richieste al suo esercizio. Anche se il tutor è a conoscenza del ruolo per via dell’esperienza maturata nel lavoro, l’individuazione delle competenze richieste non è un’operazione che si effettua immediatamente poiché in questo contesto, esse devono essere esplicitate in funzione del loro apprendimento.
Benché questa analisi, in alcune imprese, sia affidata a livelli superiori, il tutor deve comunque, conoscere la metodologia applicata, non solo, per poter effettuare un confronto tra le competenze richieste e le conoscenze iniziali dell’apprendista al fine di programmare le attività, ma come si vedrà più avanti, anche per valutare la loro acquisizione da parte del giovane.
Per l’apprendista lo sviluppo delle competenze avviene principalmente attraverso lo svolgimento di compiti sempre più complessi, pertanto, una volta definiti gli obiettivi in termini di risultati, è necessario che il tutor valuti con attenzione quali compiti inizialmente il giovane potrà svolgere per cominciare ad inserirlo nell’ambiente lavorativo. Egli dovrà effettuare un’analisi dei bisogni confrontando le diverse esigenze di formazione dell’organizzazione e del giovane al fine di mettere appunto un programma che soddisfi entrambi le parti. Il confronto fra ciò che l’organizzazione richiede e ciò che in realtà l’apprendista sa fare, produce uno scarto che dovrà essere colmato attraverso la formazione.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il tutor come facilitatore dell'apprendimento. Formazione, compiti, modelli d'intervento.
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Informazioni tesi
Autore: | Caterina Grasselli |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Filosofia |
Corso: | Scienze dell'educazione e della formazione |
Relatore: | Anna Salerni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 83 |
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