Diritto d'asilo: riconoscimento dello status di rifugiato ai migranti LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender)

Il richiedente lesbica, gay, bisessuale e trangender (LGBT) che intende ottenere “protezione internazionale” in considerazione delle persecuzioni subite, o del “fondato timore” di essere perseguitato a causa del proprio “orientamento sessuale”, deve presentare la domanda nel primo Paese dell’Unione Europea che raggiunge.
Infatti, a norma della “Convenzione di Dublino” del 15 giugno 1990 ratificata con la legge 523/92, se si attraversano più Paesi dell’Unione Europea si rischia il respingimento della “domanda di protezione internazionale” perché il Paese competente è il primo.
In particolare, per quanto concerne l’individuazione dello Stato competente dell’analisi di ogni singola istanza, con la Convezione di Dublino II (Regolamento del Consiglio n°343/2003), si è previsto che lo Stato competente per l’esame di una domanda d’asilo è quello nel quale l’immigrato dopo il suo arrivo compie un’esplicita richiesta di asilo.
La procedura per la “richiesta del riconoscimento dello status di rifugiato” in Italia, così come modificata dai Decreti Legislativi n. 251/2007 e n. 25/2008 tramite i quali sono state recepite le Direttive 2004/83/CE 2005/85/CE, prevede che il cittadino straniero presenti una domanda motivata all’ufficio della polizia di frontiera, al momento dell’arrivo al confine, oppure entro otto giorni dall’ingresso nel territorio, direttamente alla Questura, se il soggetto si trova già nel territorio; per motivi giustificati, tale limite temporale può anche venire meno.
La Questura, a questo punto, invita il richiedente ad eleggere domicilio sul territorio nazionale, in modo da individuare la Questura competente ad istruire la pratica e competente.