La comunicazione e marketing politico nell'Italia della Prima e della Seconda Repubblica
Principali caratteristiche della comunicazione della Prima Repubblica
Nella carrellata di esempi sulla comunicazione della Prima Repubblica possiamo trovare caratteristiche comuni in tutti i partiti. La chiave di volta è di sicuro l'utilizzo dei sentimenti per orientare l'elettorato. Essi possono essere enunciati in modo diretto e positivo oppure indirettamente, focalizzando l'attenzione su quelli negativi dei partiti avversari. L'obiettivo dei sentimenti è duplice: da una parte, ovviamente, mobilitare il proprio elettorato, dall'altra portare dalla propria parte gli indecisi (o almeno instillar loro qualche dubbio sui partiti avversari sottraendo qualche voto). Pure i quotidiani di partito e la comunicazione televisiva seguono, seppur in forme talvolta inadeguate, questo canovaccio che proseguirà nella Seconda Repubblica.
A cambiare li` saranno piuttosto, come abbiamo già più volte avuto occasione di accennare, le forme e i contenuti di pari passo con le nuove esigenze, i nuovi mezzi e le nuove occasioni comunicative. Al di là delle singole tendenze che analizzerò nella parte dedicata al periodo in questione, negli anni '90 cambieranno le occasioni di comunicazione di parte. Di conferenze stampa come quelle di Tribuna politica, in cui il politico ha la facoltà di parlare a ruota libera del proprio programma, non ce ne saranno più in nessun palinsesto, riassorbite negli spot elettorali autogestiti. Abbonderanno al contrario sempre di più programmi televisivi dedicati al dibattito in cui gli stessi conduttori, abbandonata la funzione di “cronometristi”, e in accordo con l'orientamento politico del programma diventeranno sempre più di parte.
Rispetto a queste considerazioni vi è una differenza fra la faziosità della Prima e della Seconda Repubblica in cui “muore”, ad esempio, gran parte dei quotidiani di partito in favore di altri che, benché schierati, non sono direttamente collegabili a un'ideologia precisa o ad una struttura di partito. Non si cada nell'errore, quindi, di considerare la propaganda delle due Repubbliche in termini quantitativi: la faziosità, piuttosto, cambia qualitativamente in accordo col mutare dei tempi.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La comunicazione e marketing politico nell'Italia della Prima e della Seconda Repubblica
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Informazioni tesi
Autore: | Matteo Borghi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Alessandro Zaccuri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 147 |
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