Raffaele Pettazzoni e la formazione del monoteismo. Analisi dei residui teologici presenti nella teoria del monoteismo primordiale.
Pettazzoni e l'antropomorfizzazione religiosa nel mito
Nel corso della sua produzione sullo studio del pensiero mitico primitivo, Pettazzoni elaborerà diversi concetti che è possibile rintracciare nell’opera di Hume (e, di conseguenza, in quella di de Brosses), soprattutto in relazione all’analisi dei meccanismi di personificazione di quest’ultimo, compiuta da Pettazzoni per spiegare la creazione degli esseri naturalistici venerati dai primitivi.
Come Hume con l’antropomorfizzazione, Pettazzoni, esaminando i meccamismi della personificazione, voleva dimostrare che la prima forma di religione non è il frutto di speculazioni astratte di una mente in cerca della origine e del significato della vita umana, della causa ultima dell’universo. L’interpretazione intellettualistica dell’origine della religione ben poco si accordava con quella che secondo Pettazzoni era la natura del pensiero primitivo. Esso non sarebbe stato dominato dal principio logico – razionale (causalistico), ma appunto da quello mitico e fantastico, che avrebbe creato le varie figure di esseri sovrannaturali.
La posizione di Pettazzoni rappresenta il proseguimento di una critica che, già dal XVIII secolo, opponendosi a quella tradizione secondo la quale il processo di personificazione delle divinità primordiali sarebbe da ascriversi all’attività razionale dell’uomo, rivendicava la centralità della sfera irrazionale (che genera il mito) nel processo di creazione di quest’ultime. Egli infatti, due secoli dopo, riscontrava ciò che Hume già sosteneva nella sua Storia naturale della religione, cioè che quel processo non “appartiene alla sfera dell’attività razionale” e non è “intimamente connesso con l’idea di causalità […] tanto da avere la sua prima applicazione nell’ordine causale […] in quella nozione di un Fattore o Creatore che risponde appunto ad una concezione personale della causa”, come Pettazzoni scrive in Dio. Formazione e sviluppo, facendo riferimento alla teoria del monoteismo primordiale di Schmidt, teoria che riproponeva appunto le tesi dell’Apologetica cristiana.
Egli si schiererà contro di essa controbattendo la netta scissione tra mito e religione operata da quest’ultimo e da Lang, per i quali “il mito procede dalla fantasia, la religione, invece, dalla ragione, e precisamente dal principio di causalità”. Per Pettazzoni la separazione tra religione e mito non trova riscontro nell’idea dell’essere supremo perché questa “ricondotta alle condizioni naturali della sua formazione, cessava di essere qualcosa di straordinario, di unico, di a parte nella sfera della religiosità primitiva”.
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Raffaele Pettazzoni e la formazione del monoteismo. Analisi dei residui teologici presenti nella teoria del monoteismo primordiale.
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Informazioni tesi
Autore: | Rosalia Pezzuco |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Antropologia |
Relatore: | Enrico Montanari |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 108 |
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