La Cultura Partecipativa: analisi del fenomeno e degli effetti nell'industria produttiva e culturale

“Girano in sale di registrazione ricavate da garage e cantine, creano effetti speciali sui loro personal computer ed estraggono musica da Cd e file MP3, e così i fan hanno rianimato di nuove versioni la mitologia di Star Wars(1977)”

Così scrive Henry Jenkins in Cultura Convergente per descrivere una pratica di cultura grassroots molto comune tra i fan: realizzare fan fiction. Star Wars è infatti diventato la leggenda di una generazione di registi emergenti, ora risoluti a rendere il mito di Star Wars intramontabile, a costo di girarlo in proprio.

I fan costituiscono un esempio di pubblico attivo e partecipativo: da sempre hanno scritto storie, disegnato fumetti, realizzato film amatoriali aventi come protagonisti i loro personaggi preferiti; tuttavia il web ha reso i loro prodotti pubblici. L’arte filmica amatoriale è sempre esistita, fin dall’avvento del cinema, ed i suoi prodotti erano caratterizzati -almeno negli anni novanta - da una proiezione privata, dalla rappresentazione di momenti di vita familiare e da un tipo di produzione tecnica imperfetta.

Oggi il web consente una notevole visibilità, la qualità è di gran lunga migliorata grazie agli strumenti disponibili ed è inoltre possibile realizzare degli effetti speciali con un semplice pc ed un programma di grafica.

Inoltre, se i filmini amatoriali degli anni novanta avevano generalmente come oggetto vicende familiari o strettamente personali, ed erano quindi pensati per essere visti soltanto da amici e conoscenti, i nuovi film amatoriali nascono, fin dalla creazione, per un pubblico che oltrepassa la ristretta cerchia di amici e parenti e sono caratterizzati dalla rielaborazione di contenuti del cinema commerciale. In pratica rimangono amatoriali perché sono realizzati a basso costo, sono creati da persone che non lavorano nel settore cinematografico (anche se spesso sono aspiranti registi) e sono distribuiti gratuitamente.

Troops (1998) di Kevin Rubio è una parodia di Star Wars che ha come protagoniste le truppe dell’impero che sorvegliano il pianeta Tatooine;George Lucas in Love (1999) è stato girato dal ventiquattrenne Joseph Levy, laureato presso lo stesso ateneo del regista di Star Wars, come tributo di una generazione di studenti ad un’altra precedente; si tratta di una bellissima e divertente parodia, qualitativamente ben realizzata, di Star Wars e Shakespeare in Love (1998); racconta di un giovane Lucas ai tempi dell’università, che non riesce ad avere una buona idea per un compito assegnatoli nonostante l’ambiente che lo circonda sia ricco di suggestioni, fino a quando non incontra una bellissima ragazza (identica alla principessa Leila di Star Wars).