L'educazione allo sviluppo sostenibile. Suggerimenti e riflessioni per la scuola dell'infanzia
Perché l’educazione allo sviluppo sostenibile nella scuola dell’infanzia?
Nella scuola dell’infanzia le pratiche per l’educazione allo sviluppo sostenibile sono state proposte attraverso i progetti che riguardano l’educazione ambientale.
In questi ultimi anni grazie in particolare a una visione pluralista dell’intelligenza, come dimostrano gli studi di Howard Gardner, il compito della scuola è di offrire più sbocchi curricolari per tutti i tipi di talenti.
I bambini hanno una mente molto flessibile e aperta riguardo alle nuove conoscenze e da loro dobbiamo iniziare per la formazione di un cittadino planetario, un uomo che sa integrare le perturbazioni riequilibrandosi per compensare i mutamenti sullo sfondo.
La funzione dell’insegnante è fondamentale, non tanto per la trasmissione di nozioni e conoscenze, quanto piuttosto per la gestione dell’organizzazione di tempi e spazi scolastici. La predisposizione dell’ambiente influisce notevolmente sulla riuscita delle attività e per la comprensione di esse da parte del bambino stesso; tali attività sono costituite per lo più da piccole esperienze quotidiane, da attività di routine. Il ruolo dell’adulto è soprattutto quella di facilitatore che sostiene il processo di auto-organizzazione cognitiva dell’allievo attraverso integrazioni esterne che danno continuità e stabilità ad una situazione nella quale ognuno dei ragazzi impara a muoversi in modo sempre più autonomo.
Le indicazioni per il Curricolo del 2007 guidano attualmente la scuola dell’infanzia, esse evidenziano l’attenzione a rinforzare le varie dimensioni a partire dal microcosmo personale arrivando al macrocosmo dell’umanità e del pianeta e tra le diverse tematiche attraverso l’approccio interdisciplinare.
Nella scuola dell’infanzia gli alunni possono iniziare a costruire competenze adeguate e soggette a evolversi perché flessibili; diventeranno quindi persone capaci di pensare alla progettazione di un futuro che tenga conto dei vincoli e dei limiti della condizione umana.
L’elaborazione dei campi di esperienza, l’organizzazione di spazi e tempi, le metodologie, la costruzione del curricolo e infine la documentazione del percorso didattico sono aspetti che riguardano da vicino l’organizzazione scolastica e che riescono a prendere in considerazione nel complesso le dimensioni che lo riguardano.
I campi di esperienza danno indicazioni concrete su quanto portare avanti ed in particolare occorre valorizzare l’aspetto del “sé e l’altro”, qui i bambini prendono coscienza della propria identità, delle diversità sociali, sul senso e sul valore morale delle proprie azioni. Il bambino osserva il mondo che lo circonda, le relazioni tra le persone; partecipa alle tradizioni della famiglia e della comunità. Sperimenta il piacere e la difficoltà di stare con gli altri, superando a poco a poco l’egocentrismo riuscendo a percepire e rispettare i vari punti di vista, emozioni e sensazioni.
La seguente mappa concettuale rappresenta quella che per me è la visione dell’educazione ambientale allo sviluppo sostenibile, essa vede in primo luogo la preparazione di insegnanti e docenti grazie a specifici corsi di formazione (sia a livello universitario che di aggiornamento); l’applicazione a scuola avverrà attraverso il coinvolgimento della sfera emotivo e sensoriale, del senso critico, e la valorizzazione delle diversità ambientali e culturali.
Le verifiche saranno effettuate soprattutto in itinere attraverso i comportamenti sviluppati dai bambini.
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L'educazione allo sviluppo sostenibile. Suggerimenti e riflessioni per la scuola dell'infanzia
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Informazioni tesi
Autore: | Martina Paggetti |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Scienze della Formazione Primaria |
Relatore: | Silvia Guetta |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 143 |
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