Sicurezza o libertà? Mediatizzazione e uso politico dell'insicurezza diffusa
Modelli della comunicazione politica
I due principali modelli della comunicazione sono quello «pubblicistico-dialogico» e quello «mediatico».
Il primo, oggi ormai contraddetto dalle evidenze empiriche sul concetto di comunicazione politica, vede i tre attori principali in un continuo scambio dialettico e dialogico tra di loro: esistono essenzialmente quattro spazi di comunicazione:
a) tra sistema politico e sistema dei media,
b) tra sistema dei media e cittadini,
c) tra sistema politico e cittadini e
d) lo spazio politico mediatizzato che risulta dall’interazione tra tutti e tre questi sistemi.
Questo modello risulta, dicevamo, contraddetto dai fatti, in favore del secondo tipo di modello che vede ogni scambio comunicativo tra sistema politico e cittadini inserito all’interno del sistema dei media il che tiene conto dell’ormai comprovato peso specifico maggiore dei media rispetto agli altri due attori (l’avvento della televisione è un esempio emblematico a riguardo).
Il modello «mediatico» dunque tiene conto della concettualizzazione, già fatta in precedenza, di spazio pubblico mediatizzato, ossia del fatto che i media sono il veicolo principale del dibattito politico. Secondo alcuni, addirittura, l’arena politica corrisponde in toto al sistema dei media, non ci sono altri spazi di dialettica politica.
Tengo a precisare che questi tipi di modelli, riflettono una concezione, derivata chiaramente dalla teoria dei sistemi sociali di Niklas Luhmann, che sembrerebbe vedere ognuno di questi sistemi e le relazioni che creano tra di essi come perfettamente equilibrati e omogenei al loro interno. Ovviamente si tratta di una concezione teoricamente limpida e formalmente ineccepibile, salvo poi non corrispondere esattamente a ciò che accade nella realtà.
Lo stesso Luhmann denuncia questo rischio, prevedendo comunque la possibilità di conflitti all’interno degli stessi sistemi e confermando come le situazioni di equilibrio sono fortemente instabili e mutevoli.
Ci resta dunque da vedere in che modo si articolano i rapporti tra questi tre attori politici e, soprattutto, quali sono le nuove tendenze in fatto di comunicazione politica (mediatizzata).
Per articolare un discorso esauriente sulle nuove politiche sicuritarie parto dall’ipotesi, immediatamente riscontrabile nel senso comune, che siano i mass media ad amplificare le voci degli attori politici che tendono a creare allarmismi sulle (vere o presunte) emergenzesicurezza/ ordine pubblico.
Per fare ciò credo che soffermarsi sui rapporti tra sistema dei media e sistema politico (in entrambe le direzioni dei flussi comunicativi) e tra sistema dei media e cittadini (nei termini di ricezione/influenza) sia sufficiente per dare una base teorica alla presentazione dei risultati della ricerca condotta sulla città di Reggio Emilia.
Decido consapevolmente di tralasciare il discorso del rapporto diretto tra sistema politico e cittadini perché facilmente concepibile come flusso comunicativo che in una direzione è rappresentato dalle comunicazioni istituzionali, dalla propaganda e dalle campagne elettorali, mentre dall’altro consiste essenzialmente nel voto come mezzo di partecipazione dei cittadini alla politica.
Per un’esauriente trattazione di questo, come degli altri temi presenti in questo capitolo, rimando ancora all’esauriente testo di Mazzoleni.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Sicurezza o libertà? Mediatizzazione e uso politico dell'insicurezza diffusa
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Informazioni tesi
Autore: | Emiliano Martinelli |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Andrea Rapini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 84 |
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