L'apprendimento musicale: Aspetti verbali e non verbali
Meglio la musica individuale o quella collettiva?
Possiamo dire che l'esperienza individuale e quella collettiva vanno di pari passo: esse infatti si completano, anche se hanno funzioni diverse.
Generalmente, le lezioni individuali vengono svolte per gli alunni che hanno spiccate doti musicali, oppure per coloro che seguono determinati corsi classici d'accademia. Questa tipologia di lezione ha inoltre uno scopo ben preciso: sono realizzate per far meglio focalizzare l'attenzione dell'alunno su un pezzo musicale più complesso e che chiede quindi maggiore concentrazione.
La lezione collettiva al contrario, facilità l'apprendimento poiché dà all'allievo la possibilità d'integrazione con gli altri, stimolando al tempo stesso la competizione e favorendo il divertimento. Durante le lezioni collettive, l'alunno socializza con i suoi coetanei e collaborando con essi, trae altresì vantaggio dall'ascolto reciproco.
La musica individuale e la musica d'insieme hanno processi e fini diversi:
La lezione individuale si svolge concentrando l'attenzione dell'allievo sull'esecuzione di tecnica e brani di diversi autori e stili, focalizzando sull'allievo con delle azioni personalizzate mirate al raggiungimento e quindi al superamento delle difficoltà tecniche/espressive. […]La lezione collettiva si svolge concentrando l'attenzione degli allievi su diverse materie: a tecnica solistica – tecnica d'accompagnamento ‐ esecuzione di brani di vario genere musicale – lettura della partitura – esecuzione di brani di musica d'insieme. L'esecuzione delle varie materie avviene in gruppo o singolarmente; con quest'ultima gli allievi hanno modo di ascoltarsi fra di loro.
Come abbiamo spesso notato, già da una tenera età si può iniziare a far musica da soli. Un bambino di quattro o cinque anni può già iniziare a seguire un corso di musica individuale, anche se questa tipologia di lezione è riservata ad alunni tanto piccoli, solo in casi particolari.
Di solito si effettuano queste lezioni quando nei bambini vengono riscontrate delle problematiche molto serie che non facilitano l'apprendimento musicale; oppure nel momento in cui si notano già nel bimbo delle doti artistiche che gli permettano di assimilare in fretta tutte le nozioni musicali. In ogni caso:
I bambini possono far musica spontaneamente, in casa ma anche in altri luoghi, ad esempio al nido, quando sono assorti in se stessi: cantano, suonano, si muovono con la musica da soli, spinti da un bisogno interiore.
Quest'esperienza di scoperta individuale col tempo assumerà una forma collettiva, poiché i bambini verranno aiutati dai genitori o dagli educatori ad integrare il loro lavoro con quello degli altri e ad interagire con i loro coetanei.
Nei corsi di musica collettiva sono presenti gruppi di musica d'insieme costituiti da ragazzi che hanno su per giù la stessa età e che presentano le medesime capacità artistiche. Quest'omogeneità permette di raggiungere facilmente lo scopo prefisso dal gruppo nel realizzare al meglio il brano musicale.
In ogni modo, sia la musica individuale che quella d'insieme non devono essere fine a se stesse: per avere un certo riscontro con l'esterno devono necessariamente essere esibite ad un pubblico che riconosca le abilità del musicista (singolo e del gruppo). Se Mozart non avesse esposto le sue qualità agli altri, ma avesse suonato solo per se stesso, non sarebbe mai stato apprezzato per le sue doti e la sua grandezza musicale, che gli hanno permesso di diventare così celebre.
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'apprendimento musicale: Aspetti verbali e non verbali
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Informazioni tesi
Autore: | Cristian Serpa |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi della Calabria |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Teoria della comunicazione e comunicazione pubblica |
Relatore: | Emanuele Fadda |
Coautore: | Cristian Serpa |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 104 |
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