POSSO AVERE PAURA. Percorso didattico nella scuola dell'infanzia
Le reazioni alla paura
Come è stato detto nei paragrafi precedenti, la paura è un’emozione dominata dall’istinto/impulso che ha come obiettivo la sopravvivenza del soggetto in situazioni di pericolo. Quando ci si trova in situazioni di paura, ogni persona risponde in modo soggettivo a tale situazione. Le principali controffensive messe in atto dalle persone in situazioni paurose sono: difficoltà di riflessione, fuga, ricerca di aiuto e aumento dell’ansia.
I bambini spaventati sono spesso dotati di molte risposte quando si tratta di fuggire e di tirarsi indietro, di mettere in atto tentativi disperati per rendere quel mondo insidioso un posto più sicuro. Evitare qualcosa, nascondersi o scappare, può sembrare l’unica cosa da fare nel momento in cui ci si trova davanti a situazioni pericolose. Il desiderio di abbandonare qualcosa e mettere maggiore distanza tra lui e ciò che lo minaccia, è una risposta involontaria del bambino che sente il bisogno di evitare nuove situazioni che potrebbero spaventarlo.
Questi bambini che scappano continuamente dalle situazioni che gli fanno paura non raggiungendo mai una pace interiore, prima o poi devono comunque rientrare nel mondo reale. Alcuni bambini non sanno che quella che provano è paura, sanno solo che devono evitare nuove situazioni e lo esprimono attraverso le parole “non voglio” invece di “ho paura” (Sunderland, 2012).
Alcuni bambini reagiscono smettendo di parlare (mutismo selettivo) e cercando di difendersi dalle richieste del mondo esterno, altri si ritraggono in un mondo di fantastico di amici immaginari, persone cioè affidabili al contrario delle persone della realtà, altri ancora si allontanano dalla vita reale passando le ore davanti alla televisione che risulta più prevedibile rispetto alle persone.
Succede anche che alcuni bambini spaventati passino tanto tempo da soli: questo tipo di solitudine viene chiamata “isolamento negativo”, ossia il tempo in cui il bambino vuole fuggire ed ha ancora più paura di tornare al mondo reale. La paura blocca il bambino nell’esplorazione, essa può limitare la capacità di giocare, la sua spontaneità, la sua creatività. La prima cosa che un bambino spaventato elimina è la capacità di giocare perché tutto il corpo e la mente sono in allarme tanto che le sue energie sono impegnate a vigilare e a difendersi.
La paura ha effetti negativi anche sulla capacità di pensare dei bambini, infatti sia sui bambini che sugli adulti lo stato di paura in cui ci si senti minacciati abbassa il livello intellettivo (Sunderland, 2012).
Quando una persona si trova di fronte a un pericolo può cercare di evitarlo dandosi alla fuga oppure può decidere di attaccare. Se un individuo si trova costretto ad attaccare, l’ira prende il sopravvento e la paura svanisce, in tal senso alcuni atteggiamenti derivanti da stati di paura possono essere considerati pericolosi se si tramutano in rabbia. L’accrescimento della forza è dovuto all’adrenalina che entra in circolo e le persone che si trovano in situazioni di pericolo compiono atti che se li avessero pensati in precedenza non avrebbero mai avuto il coraggio di compiere (Ferraris, 2007).
Questo brano è tratto dalla tesi:
POSSO AVERE PAURA. Percorso didattico nella scuola dell'infanzia
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Informazioni tesi
Autore: | Michela Barboglio |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2014-15 |
Università: | Università degli Studi di Milano - Bicocca |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Scienze della Formazione Primaria |
Relatore: | Mariagrazia Strepparava |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 90 |
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