Cattolicesimo e nazionalismo nell’Irlanda di fine Ottocento: la Chiesa e il movimento di Charles Stewart Parnell
Le elezioni del 1885: apogeo di Parnell
Nei mesi precedenti alla caduta del governo di Gladstone vi erano stati dei contatti fra Parnell e Chamberlain. Questi, utilizzando anche le conoscenze che il cardinale Manning aveva in Irlanda, mirava a far nascere un’alleanza tra i deputati irlandesi e l’ala radicale del Partito liberale, di cui egli stesso faceva parte. Si era detto disponibile ad appoggiare certe ipotesi di decentramento amministrativo in Irlanda che però, non prevedendo l’elezione di un Parlamento, erano ipotesi differenti dall’Home Rule. Il capitano O’Shea era stato il tramite fra i due, con risultati piuttosto deludenti dato che l’accordo naufragò, e che da quel momento Parnell e Chamberlain divennero avversari incalliti. Non si può sapere se e in quale misura ciò dipese dal mediatore, ma si ipotizza che già in questa fase Parnell continuasse a dare spazio a un personaggio mediocre come O’Shea per evitare di contrariare quello che avrebbe potuto rivelarsi un nemico pericoloso.
Parnell contribuì quindi a far cadere il governo di Gladstone, anche perché questi si era dichiarato intenzionato a mantenere la coercizione in Irlanda, mentre da parte conservatrice erano giunte assicurazioni in senso opposto. Venne così a crearsi un breve periodo di collaborazione tra Parnell e il Partito conservatore, dal momento che la fine della coercizione era una prospettiva molto più gradita del progetto d’autogoverno avanzato da Chamberlain; non solo Parnell la considerava insufficiente, ma non godeva neppure dell’appoggio della maggioranza dei liberali.
Da parte loro i conservatori si mostrarono intenzionati a coltivare buoni rapporti con Parnell. Infatti la Regina aveva nominato Primo Ministro di un Governo di minoranza il conservatore lord Salisbury il quale, in questa fase, prese alcuni provvedimenti favorevoli all’Irlanda. Egli mise fine alla coercizione e stanziò dei fondi pubblici per aiutare gli affittuari a comprare la terra che coltivavano (posto ovviamente che il proprietario fosse intenzionato a vendere, e che essi fossero in grado di accollarsi la spesa rimanente). Anche il nuovo Lord Lieutenant, il conte di Carnarvon, si dimostrò benintenzionato e cercò di mantenere buoni rapporti con la Chiesa mostrandosi sensibile alle problematiche legate all’educazione. Queste tematiche furono oggetto di un colloquio che ebbe con mons. Molloy e con Walsh che, per incontrarlo, rimandò la propria partenza per Roma.
Scaduta comunque la sessione parlamentare, la Regina convocò nuove elezioni per il dicembre del 1885, e Parnell consigliò agli irlandesi residenti in Gran Bretagna di votare per i candidati conservatori. In parte lo fece a causa dei buoni rapporti che in quel momento lo legavano a questi, un po’ probabilmente pensando che un Governo conservatore avrebbe avuto maggiori possibilità di far accettare l’Home Rule alla Camera dei Lords; inoltre prevedeva che i liberali avrebbero ottenuto un buon risultato che era nel suo interesse contenere. Se nessun partito avesse avuto una chiara maggioranza nel nuovo Parlamento, si sarebbero aperti scenari molto interessanti per la terza forza in campo, ovvero per il suo movimento.
Le elezioni del 1885 si preannunciavano importanti per Parnell: un banco di prova per la sua influenza e per la nuova alleanza con il clero. Infatti era stato stabilito che la National League in caso di elezioni organizzasse conventions di contea per designare il candidato da appoggiare. Ad esse avrebbero dovuto partecipare quattro delegati designati da ogni sezione, più alcuni rappresentanti del gruppo parlamentare e ogni sacerdote di quella contea che avesse desiderato prendervi parte.
Il primo invito a partecipare rivolto al clero si ebbe allorché vi fu da designare il candidato per la contea di Wicklow, territorio facente parte della diocesi di Dublino, della quale era ormai arcivescovo mons. Walsh. Questi, compiuto il viaggio a Roma, era rientrato trionfalmente in Irlanda ai primi di settembre. Qui ricevette numerosi indirizzi di congratulazione, e rispondendo a quello ricevuto dal comune di Dublino egli aveva avuto modo di dire:
“Da parte mia non è una nuova teoria di oggi o ieri, ma una convinzione fondata e profonda, che per porre rimedio alle molte lamentele per la cancellazione delle quali il popolo di quest’isola ha lavorato così a lungo, ma con un successo parziale, vi è un’unica via percorribile – la restaurazione per l’Irlanda di quel diritto del quale siamo stati privati un secolo fa […] Quindi gioisco con voi per il fatto che la bandiera caduta dalla mano morente di O’Connell sia stata di nuovo coraggiosamente innalzata, e prego che non possa esser mai più ammainata, fino a che non sia riconosciuto il diritto dell’Irlanda di avere le proprie leggi fatte sul suolo irlandese, e da parte di rappresentanti del popolo irlandese scelti legalmente e costituzionalmente”.
Anche se l’arcivescovo continuava ricordando di aver semplicemente espresso la propria opinione personale, e che non avrebbe in nessun modo discriminato quei Cattolici che non la condividevano, queste parole suonavano come una vera benedizione per il movimento di Parnell, che significativamente accostava a quello di O’Connell.
Egli si dimostrò molto soddisfatto dell’invito rivolto al clero di partecipare alla convention di Wicklow, e dettò precise istruzioni riguardo all’atteggiamento che i sacerdoti avrebbero dovuto assumere: appoggiare i due candidati che ritenevano avessero migliori trascorsi, bloccare le candidature a sorpresa e, se non fossero riusciti a bloccarle, domandare che la convention fosse aggiornata e, se non l’avessero ottenuto, abbandonarla in massa. Tale strategia sarebbe stata poi adottata anche nelle altre diocesi.
La collaborazione funzionò bene, in genere i sacerdoti erano circa un terzo dei partecipanti alle conventions, e non risulta che vi siano stati particolari attriti fra questi e la componente laica. L’influenza del clero nella selezione dei candidati si fece sentire, molti degli uomini scelti erano figure particolarmente vicine alla Chiesa. Walsh chiese e ottenne che tutti i candidati della sua diocesi fossero cattolici, e pare sia stato in seguito alle sue insistenze che venne candidato Gray, il direttore del Freeman’s Journal, nonostante le iniziali perplessità di Parnell.
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Cattolicesimo e nazionalismo nell’Irlanda di fine Ottocento: la Chiesa e il movimento di Charles Stewart Parnell
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Informazioni tesi
Autore: | Alberto Belletti |
Tipo: | Tesi di Dottorato |
Dottorato in | Storia e Sociologia della Modernità |
Anno: | 2011 |
Docente/Relatore: | Nello Paolo |
Istituito da: | Università degli Studi di Pisa |
Dipartimento: | Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 323 |
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