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Creare la notizia: il caso La Storta

La serialità della notizia

Il carattere seriale della notizia viene realizzato in due modi:
• unendo vari casi di cronaca all’interno della stessa edizione
• dando al caso una copertura giornalistica che prosegue per giorni
La rappresentazione mediatica del caso di La Storta copre nel periodo seguente l’evento tutte le edizioni Rai e Mediaset del day time e del prime time durante 6 giorni consecutivi (19 –25 aprile), di cui il primo giorno come primo titolo in tutte le edizioni mentre nei successivi alterna di solito la seconda posizione con la terza.
Oltre ai numeri statistici osserviamo anche la struttura seriale all’interno dello stesso telegiornale. La notizia dell’aggressione alla stazione La Storta viene sempre presentata in collegamento con altre notizie :
1. l’omicidio di Giovanna Reggiani
2. l’omicidio di Matilde Stoppioni
3. la violenza sulle donne
4. l’insicurezza nelle grandi città
Il collegamento con l’omicidio Reggiani presente in quasi tutte le testate viene fatto utilizzando connessioni spaziali, temporali e di agente. Attraverso la ripetizione di elementi spaziali i due delitti sembrano accaduti “nella stessa scena del crimine”:
” Ancora un drammatico caso di violenza, ancora Roma, ancora stazione di periferia ancora clandestino, come nel caso Reggiani”. (Studio Aperto , 19 aprile)
“luoghi pubblici dove la gente continua a morire”;
“stesso orrore, stessa modalità, stessa scena del crimine del caso Reggiani.”
In realtà gli elementi in comune appartengono ad una sfera molto generale e avvicinare due delitti solo perché sono accaduti entrambi in luogo pubblico in periferia di una città di oltre 2.700.000 persone come Roma è una grossa forzatura.
L’altro elemento che accomuna i due episodi è l’agente. In entrambi i casi l’aggressore è un rumeno.
Per quanto riguarda il collegamento con il caso Stoppioni (l’anziana strangolata in casa a Roma probabilmente per rapina) i legami sono temporali e spaziali: “nello stesso giorno in cui “ ; “sempre a Roma” (Tg2 del 19 aprile).
Addirittura il tg5 del 19 aprile fa un collegamento a triangolo: collega il caso Stoppioni con l’omicidio Reggiani attraverso un collegamento spaziale: la morte dell’anziana è avvenuta “poco distante da un ‘altra zona dove una donna viene seviziata e uccisa da un rumeno: Giovanna Reggiani” e solo attraverso il caso di Tor di Quinto si passa a quello di La Storta sempre con dei collegamenti spaziali: “un’altra donna in un’altra zona della capitale : un studentessa africana aggredita da un rumeno”.
Anche qui osserviamo come i collegamenti siano molto superficiali e generalizzanti.
Quello temporale si bassa solo sul fatto che i delitti sono accaduti nello stesso giorno mentre quelli spaziali, attraverso degli elementi indefiniti “poco distante” e “un’altra zona”, uniscono aree della stessa metropoli situate a circa 5 km una dall’altra, quanto quelle di Piazza Duomo e Via Padova o Fiera Campionaria e Quarto Oggiaro a Milano.
Un elemento importante della serialità è il permanente collegamento del caso La Storta con altri casi di violenza sulle donne di categorie diverse: violenze sessuali, omicidi, tentativi di rapina avvenuti in tempi e luoghi diversi.
Attraverso elementi temporali molto labili “un giorno prima”, “sempre ieri”, “cinque giorni fa”, ”una settimana fa “ (TG2 del 19 aprile) vengono collegati al caso della Storta: lo stupro di una studentessa americana a Milano all’uscita di una discoteca, una donna aggredita a Matera dall’ex convivente, un aggressione su una minorenne di nuovo a Milano, un’aggressione avvenuta all’interno di una scuola di danza a Palermo e una donna violentata per mesi dal convivente a La Spezia. Per non parlare del “caso di Bologna” citato dal Tg4 del 20 aprile nel lancio insieme al caso La Storta e lo stupro di Milano che nel servizio non si occupava neanche di un delitto concreto e si limitava alle interviste per strada sulla pericolosità del centro storico e ad alcune statistiche
generali sulle aggressioni sessuali.
E’ interessante osservare come un elemento che dovrebbe segnare una separazione(il fatto che questi delitti accadano in posti diversi e spesso molto distanti) viene rovesciato. Con espressioni del tipo ”l’escalation alla violenza non si ferma”, “ Città violente”,”la paura in città “ , vengono riunite città piccole e grandi dal nord al sud della penisola creando così uno spazio comune sotto il segno di una generale violenza contro le donne che dà forza alla serialità della notizia.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Creare la notizia: il caso La Storta

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Informazioni tesi

  Autore: Mariana Adascalitei
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Bergamo
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Comunicazione di massa pubblica e istituzionale
  Relatore: Antonio Nizzoli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 59

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