Le raffigurazioni di divinità nell'arte rupestre del quarto stile della Valcamonica (Età del Ferro)
La sacralità nelle incisioni
Oltre ai santuari, ai Brandopferplätze ed ai Gewässerfunde, una ricca testimonianza sulla religiosità dell’uomo ci viene fornita dalle incisioni e dalle pitture (Fossati, 1996); le incisioni, poi, sono prevalenti a causa delle necessità dettate dalle condizioni ambientali (Fossati, 2013). I siti da annoverare sarebbero moltissimi.
Riguardo al lato più ad ovest delle Alpi, la zona maggiormente nota è quella del Monte Bego (con Fontanalba e la Valle delle Meraviglie); ricca di figure simboliche.
Un’altra area molto interessante è la Val di Susa dove si trova la montagna del Rocciamelone che ospita un gran numero di incisioni varie raffiguranti spirali, labirinti, armamentari e figure antropomorfe (Fossati, 1996).
Segue la Haute Maurienne (Alta Moriana) in Francia in cui il sito più importante è Les Lozes ad Aussois. Anche qui le incisioni più antiche sono quelle delle spirali nonché alcune rappresentazioni topografiche molto simili a quelle della Valcamonica (Fossati, 1996).
Sono pochissimi i siti delle Alpi centrali, tutti con incisioni rocciose schematiche.
Riguardo alle Alpi centro-orientali invece conosciamo già molto bene il sito della Valcamonica e anche quello della Valtellina, che rappresentano le aree di maggior ricchezza quantitativa e qualitativa di incisioni dell’arco alpino (Fossati, 2013). Riguardo alla religiosità legata a quest’area, vediamo la massima rappresentazione attraverso le statue-stele (Casini, De Marinis, Fossati, 1995). Le statue-stele dimostrano come l’entità divina venisse rappresentata: dapprima in simboli e poi con sembianze sempre più umane (come l’antropomorfo con la corona a raggi).
Proprio la rappresentazione di elementi come il sole ci fa pensare a culti legati alla fertilità della terra (Casini, De Marinis, Fossati, 1995).
Come abbiamo potuto vedere, la sacralità nell’età del Ferro si può osservare dalla rappresentazione di figure molto simboliche e, tra queste, un ottimo esempio è quello degli “incompleti”, di cui abbiamo parlato nel capitolo precedente ma che è giusto riprendere nel discorso della religiosità.
Le figure incomplete, numerose in Valcamonica, non rappresentano solo antropomorfi ma anche animali e la loro incompletezza sembra essere voluta. Infatti, sembra quasi che seguano dei modelli iconografici precisi che si ripetono (es. la frequente mancanza di qualche arto). I “busti” di oranti, cioè incompleti antropomorfi, di solito privi degli arti inferiori, possono farci pensare alla rappresentazione di spiriti protettori dal momento che sono spesso raffigurati tra due guerrieri (Fossati, 1998; Morello, 2009).
Questi spiriti potrebbero avere avuto un ruolo di guida ma avrebbero potuto essere anche una sorta di personificazione della cosiddetta “Legge Universale” (Morello, 2009).
È interessante il ritrovamento di alcune ciste ritrovate in Austria presso Kleinklein. Su una di queste ciste, in lamina di bronzo, sono raffigurati almeno tre antropomorfi composti solo del busto e delle braccia (Morello, 2009).
Tuttavia, nessuno ci fornisce la certezza che l’incompletezza sia davvero qualcosa di ricercato; vi è anche l’ipotesi che essa potrebbe essere dovuta al fatto che le altre parti del corpo, per qualche ragione, fossero affidate al colore che poi, con il tempo, è sparito; oppure l’interruzione del lavoro potrebbe essere stata accidentale e necessaria a causa di avversioni climatiche o impossibilità di altro genere (Morello, 2009).
Questo brano è tratto dalla tesi:
Le raffigurazioni di divinità nell'arte rupestre del quarto stile della Valcamonica (Età del Ferro)
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Informazioni tesi
Autore: | Jessica Sangalli |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2015-16 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze dei beni culturali |
Relatore: | Angelo Eugenio Fossati |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 66 |
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