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L'allenatore di settore giovanile, l'importanza di conoscersi per evolvere: un lavoro supervisionato dallo psicologo dello sport

La relazione con i giovani atleti

Probabilmente gestire con equilibrio tutti i rapporti con i giovani atleti è un mito ma un tecnico dovrebbe, in ogni caso, provarci156 a partire dalla conoscenza di tutti gli aspetti citati nei paragrafi precedenti. In particolare, è proprio nel momento in cui ognuno di noi si relaziona all’altro, che emergono in maniera netta ed evidente i nostri tratti e caratteristiche di personalità ed è importante che ci sia una conoscenza preliminare di questi aspetti affinchè l’allenatore possa correggersi nel rapporto con i ragazzi.
Per esempio, ci sono allenatori che fanno fatica a dire “Bravo” al proprio atleta, mentre vi sono altri che eccedono in complimenti e non riescono ad assumere un pugno fermo quando necessario. Ecco perché sarebbe opportuno che l’allenatore si chiedesse se abbia avuto, nella sua infanzia e durante il suo percorso di crescita, genitori e o anche tecnici troppo permissivi o troppo esigenti e come ha vissuto tutto questo, perché, così, inizierà a comprendere il suo modo di essere allenatore-educatore nel qui ed ora.
Spesso un’esagerata tendenza a reprimere, così come un eccessivo lassismo, sottendono delle insicurezze personali sul proprio ruolo, quindi sulla percezione interiore della capacità di essere un bravo tecnico.157 Ma in un’ottica di miglioramento personale, il tecnico, può assolutamente e deve, tentare di trovare un equilibrio su questi aspetti.
C’è da sottolineare anche che, ogni persona, ci procura delle sensazioni e dei sentimenti differenti per cui, è quasi inevitabile, che nel gruppo-squadra ci siano ragazzi che il mister ha più in simpatia. La chiave non è quella di reprimersi nelle proprie sensazioni ma quella di prendere consapevolezza anche di questo elemento e cercare di affrontare al meglio anche questo, mantenendo la stessa linea con tutti, in ogni situazione, nel far rispettare le regole, evitando di viziare i propri comportamenti da sentimenti di preferenza.158

Un rapporto, spesso difficile da gestire, è quello con il migliore del gruppo: il ragazzo talentuoso. L’intervento del tecnico o dei tecnici che operano insieme su quel dato gruppo deve essere quello di trasmettere che il ragazzo di talento non deve sentirsi un super, i compagni di squadra non devono sentirsi al di sotto di lui e bisognerebbe evitare qualsiasi tipo di privilegio a suo favore.159
Anche l’inserimento di nuovi ragazzi all’interno del gruppo deve essere valutato con attenzione. Chi è nuovo, in un gruppo già ben formato, in una fase iniziale, dovrà pagare, necessariamente, un momento di difficoltà oggettivo: si sentirà come un pesce fuor d’acqua.160 Naturalmente, sarà il tecnico a giocare la sua parte nell’inserimento del nuovo atleta, favorendo momenti di socializzazione senza imporsi sulla costruzione dei rapporti amicali, perché questi nasceranno col tempo. In fase di conduzione degli allenamenti, è importante che al nuovo arrivato non venga fatto pesare il fatto che è arrivato da poco e se commette degli errori, la correzione dovrà essere rivolta al gruppo e non al singolo.
Per quanto riguarda un altro tipo di soggetto che il tecnico può incontrare frequentemente nel suo operato sportivo, il ragazzo immaturo, ovvero colui che ha atteggiamenti che potremmo definire infantili: fa smorfie, risate fuori luogo, atteggiamenti che hanno l’obiettivo della ricerca delle attenzioni del gruppo, è importante che l’allenatore gli faccia comprendere che certi atteggiamenti non sono accettati nel contesto del calcio, quindi si proverà ad educarlo ad un comportamento maturo e che vada in sintonia con quello dei suoi compagni di squadra.161 Potrebbe essere, altresì, utile dialogare con i genitori su queste problematiche al fine di lavorare congiuntamente su questo aspetto.
Un’altra questione è quella che riguarda il capitano negli sport di squadra, ovvero chi deve essere il capitano, se questo ruolo debba essere svolto a turno da tutti i componenti della squadra o se debba essere sempre lo stesso ragazzo a ricoprire questo ruolo.162 Nel calcio, il capitano, è colui che tra i vari compiti è delegato ai rapporti con l’arbitro, quindi ha un incarico importante e delicato che si riflette molto sulla maturazione personale del ragazzo in questione.163 Vista l’utilità di questa esperienza, sarebbe opportuno, che a tutti venga data la possibilità di viverla, ricordando che le scelte dei tecnici devono essere sempre fatte in funzione della crescita personale di ognuno.
La gestione di tutte queste problematiche, da parte del maestro di sport, va affrontata con grande attenzione e soprattutto con la consapevolezza che da ogni errore commesso può nascere uno stimolo in più al miglioramento.164




156 Cabrini Massimo, “Psicologia nel calcio”, Società Stampa Sportiva, Roma, 1996, p.49
157 Ibidem
158 Ibidem
159 Ivi, p.50
160 Ibidem
161 Ivi, p.51
162 Ibidem
163 Ibidem
164 Ivi, p.52

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'allenatore di settore giovanile, l'importanza di conoscersi per evolvere: un lavoro supervisionato dallo psicologo dello sport

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Informazioni tesi

  Autore: Assunta Sabato
  Tipo: Tesi di Master
Master in Master I Livello in Psicologia dello Sport - Sperimentazione attiva di tecniche psicomotorie applicate allo sport
Anno: 2021
Docente/Relatore: Aldo Grauso
Istituito da: UniCusano - Università degli Studi Niccolò Cusano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 147

FAQ

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Parole chiave

confronto
empatia
relazione
consapevolezza
miglioramento personale
lavoro sul se
sport
psicologia dello sport
allenatore
giovani atleti

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