Valutazione di incidenza ambientale: analisi di un caso di studio

L’esame dei fattori che possono compromettere la conservazione degli habitat e delle specie, è formalizzato e definito dai commi 3 e 4 dell’articolo 6 della Direttiva “Habitat”, i quali introducono la valutazione d’incidenza ambientale quale strumento essenziale per la tutela e la salvaguardia dell’integrità dei siti individuati.
Tale strumento vuole essere un procedimento di carattere preventivo, al quale progetti e piani devono necessariamente essere sottoposti, qualora questi ultimi interessino un sito SIC o proposto pSIC della rete Natura 2000. Si tenga ben conto che i suddetti progetti non necessariamente devono ricadere all’interno della superficie del SIC o pSIC, ma possono anche essere esterni e vicini, in tal caso se ne valutano le ripercussioni indirette. E’ fondamentale vedere la valutazione d’incidenza come un’analisi di singoli effetti apparentemente circoscritti ad un determinato progetto o piano, ma inseriti in un contesto più ampio e dinamico, quale l’intera rete.

Quando un progetto interessa una zona SIC, il proponente è tenuto ad elaborare uno studio di incidenza ambientale che fornisca alle autorità competenti la documentazione sufficiente ad individuare gli effetti sul territorio del progetto in esame.
Il Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n°41 del 30.03.2006 riporta la Delibera n° 304 della Giunta Regionale 14 Marzo 2006, la quale fissa l’atto di indirizzo e coordinamento per espletamento della procedura di valutazione di incidenza ai sensi dell’art. 6 della Direttiva 92/43/CEE e dell’art. 5 del D.P.R. n° 357/1997.

La valutazione consta di 4 livelli di studio:
livello I : screening;
livello II: valutazione appropriata;
livello III: valutazione delle soluzioni alternative;
livello IV: valutazione delle misure compensative.