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I cambiamenti nella politica italiana dalla fine della Prima Repubblica ad oggi.

La politica virtuale

Anche la rappresentanza virtuale fa parte di quella che è stata definita la costituzione silenziosa.
Prima dello sviluppo di forme moderne l’unità di un paese veniva rappresentato simbolicamente in quanto i codici, attraverso cui i cittadini dovevano rappresentarsi, racchiudevano un gran senso di identificazione ma scarso controllo sull’allocazione delle risorse. Questo compito era affidato ai micro-organismi e riservato solo a pochi.
Il popolo trovava identità solo in alcuni uomini o alcuni luoghi.
Però, talvolta, il deputato si trovava a non sviluppare i bisogni e gli interessi per cui il popolo lo aveva eletto.
Con la trasformazione dell’homo sapiens in homo videns la rappresentanza ha assunto caratteri diversi.

La rappresentanza virtuale si propone di dover recuperare una dimensione collettiva di identità ma con atri mezzi ed altre tattiche. I media iniziano a coinvolgere sia la sfera individuale del cittadino sia la sfera organizzata dei partiti. Il partito non è più qualcosa di “lontano” dai cittadini, ma inizia ad assumere un rapporto diretto con essi.
I media hanno iniziato a suscitare interesse da parte dei cittadini che non solo gli hanno riconosciuto l’elemento innovativo ma in più ne hanno apprezzato la loro autonomia.
Il continuo propagarsi sulla scena dei media ha fatto sì che entrasse in circolazione un nuovo termine: “ il partito dei media” che mette in luce due fenomeni.
Il primo è il crescente ruolo dei media nei processi di comunicazione politica; il secondo è la scarsa neutralità che i partiti hanno in campo politico.

La definizione “partito dei media” racchiude dentro di sé significati importanti e differenti. Equiparare il potere mediatico a quello politico sembra svalutare i presupposti ideologici su cui i partiti si erano formati.
Le differenze tra una campagna di stampa e un’azione di un partito politico sono ben differenti. Indubbiamente ai media va riconosciuta la capacità di entrare nella
vita del cittadino e anche di condizionarne le scelte ma per quanto riguarda l’aspetto politico, sembrano non produrre risultati duraturi.
I limiti del rafforzamento di un partito dei media riguardano la scarsa monoliticità degli orientamenti e la instabilità dei temi su cui indirizzare l’opinione pubblica. Inoltre al partito dei media italiano manca la qualità decisiva ovvero quella di assumersi la responsabilità di una chiara scelta elettorale.
Questo quadro però muta in occasione dell’introduzione di una nuova legge elettorale in Italia, quella “maggioritaria”.
In quest’occasione i maggiori organi di informazione italiani presentarono un’unità di vedute secondo cui il partito dei media aveva tutti gli elementi per affermare prepotentemente il proprio ruolo sulla scena politica. I vecchi partiti che si trovarono a contrastare tale iniziativa referendaria vennero travolti da questa nuova ondata che racchiudeva dentro di sé una compattezza d’opinioni.
Per la prima volta in Italia il potere dei partiti ha dovuto cedere il passo ad altre agenzie di comunicazione ed identificazione.
L’ideologia del partito dei media si basa sulla semplice combinazione di due fattori: una legge elettorale maggioritaria e un uomo forte fuori dai partiti.

Questo brano è tratto dalla tesi:

I cambiamenti nella politica italiana dalla fine della Prima Repubblica ad oggi.

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Nunziata
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Sociologia
  Relatore: R. s.
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 45

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