Alberto Burri e Lucio Fontana. Due percorsi attraverso la materia
La materia dinamica
Fin dall'inizio della sua attività, è chiaro l'impianto esecutivo personale che caratterizza l'approccio di Fontana con quella materia primaria e anteriore ai corpi.
La materia possiede chiaramente una natura attivistica, come è esplicitato nel Manifesto Tecnico dello Spazialismo (1951): "Il movimento, la proprietà di evoluzione e di sviluppo è la condizione base della materia: questa esiste ormai in movimento non in altra forma, il suo sviluppo è eterno", tuttavia, essa necessita di un segno che inneschi la sua natura dinamica e la metta in relazione con lo spazio che la circonda.
L'impatto con la realtà si manifesta attraverso una progettualità mentale che interviene sulla materia per rimuoverne l'inerzia originaria, sublimandola dinamicamente e rivelando la potenzialità energetica contenuta in essa. La materia è quindi un polo dialettico irrinunciabile nel rapporto con la realtà perché, come già detto, essa non è percepita come un'entità statica, ma come: "Consistenza d'implicazione naturalmente dinamica, fino alla consapevolezza atomica e alla proiezione cosmica".
Il rapporto che Fontana stabilisce con essa è sempre un confronto, non un confronto fisico ed esplicito, ma un confronto che passa attraverso una mediazione mentale e quindi simbolica, infatti: "La precarietà del segno è funzionale alla levità di un gesto mentale che scrive nella materia un suggerimento di riscatto energetico, sfuggendo ogni corpo a corpo, ogni coinvolgimento d'incerto esito".
Proprio la natura di questo gesto primario, essenziale e in un certo senso anche primitivo (riscontrabile nell'elementare matericità dell'Uomo Nero, o nelle sfere di terracotta svisceratamente aperte), si risolve come intervento attivo e vitalistico, nonostante esso si scontri con una realtà inevitabilmente corposa e materica.
Pur tuttavia, anche negli esiti più materici e informali, l'azione che segna la materia non vi rimane imprigionata al proprio interno: grazie alla semplicità del suo segno, quasi occasionalmente fenomenologico, l'immaginazione di Fontana rimane limpida poiché: "[…] il segno fontaniano non mira a dimostrare ma a suggerire".
Questo brano è tratto dalla tesi:
Alberto Burri e Lucio Fontana. Due percorsi attraverso la materia
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Informazioni tesi
Autore: | Laura D'incà |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze dei beni culturali |
Relatore: | Nico Stringa |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 75 |
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