Geopolitica della narrazione. Lo storytelling come dispositivo di influenza socio politica
La guerra e la sua trasformazione del tempo
Il maestro Sun Tzu circa 2500 anni fa, nella sua opera magna L'arte della Guerra, divideva in 5 categorie i fattori della guerra: il Tao, ovvero il fattore morale, il Cielo, fattore climatico ed atmosferico, la Terra, la morfologia, il Comando e la Dottrina nonché l'Addestramento e la Logistica. Oggi, entrano in gioco nuovi fattori che si sommano a quelli preannunciati dal testo principale dell'antica scuola cinese di strategia: tipica diviene, infatti, la capacità di coinvolgere, attraversare e trasformare individui e gruppi, formazioni sociali ad ogni livello, collettivo, psicologico, relazionale, percettivo ed estetico. Nel tempo il fenomeno guerra ha subito grandi cambiamenti principalmente nella sua essenza ontologica. Difficile illudersi che essa potrà mai essere eliminata del tutto, soprattutto nell'epoca attuale dove, anzi, sembra essere tornata ad invadere la società in modi più complessi , estesi, nascosti e sottili. Dalla fine della Guerra fredda, e in particolare nei nostri giorni, costante e fondamentale è divenuto il concetto di Guerra Globale Permanente, anche se la definizione della stessa risulta difficile senza il rischio di cadere in tesi di tipo complottista. Carlo Galli, professore ordinario di Storia delle dottrine politiche presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna, nel suo libro La Guerra Globale sostiene che l'essenza della stessa, in sintesi, consiste in questo: “Di non essere la terza guerra mondiale, di cui le mancano i presupposti ideologici ed economici; e di non essere neppure una guerra dei mondi (del mondo islamico contro il mondo cristiano), quanto piuttosto la manifestazione del fatto che la globalizzazione è un mondo di guerra". La guerra globale è una "guerra sistemica", è la manifestazione della compiuta "vittoria dell'economia sulla politica", ovvero dell'incapacità ormai della politica, ed in particolare dello Stato, di imporre barriere efficaci agli sconfinamenti dell'economia; essa è, secondo un'espressione Schmittiana, una "guerra civile mondiale”. Nell'epoca dell'integrazione tecnologica e della globalizzazione, la guerra ha privato le armi del diritto di caratterizzare il conflitto e ha riallineato il rapporto tra armi e conflitti. La comparsa di armi di nuova concezione ha gradualmente reso indistinto il volto della guerra. Nel momento in cui ci accordiamo che tutte le azioni non prettamente belliche, dall'attacco di un pirata informatico all'utilizzo di strumenti finanziari per distruggere economie di interi paesi, possono essere i nuovi fattori costitutivi dello scenario della guerra del futuro, ci rendiamo conto di essere di fronte ad un campo sconfinato dove si può combattere su ogni piano. Prima della comparsa della bomba atomica, si concentravano gli sforzi sulla necessita` di rafforzare la capacita` delle armi. Oggi invece, sembra che la maniera migliore per risultare vincitori sia “controllare e non uccidere”. La comparsa di armi a letalità di precisione, i missili “intelligenti” e le armi non letali è un punto di svolta nel modo di combattere e di intendere la guerra anche se al contempo, proprio perché si perseguono e intrecciano interessi diversi, diviene sempre più difficile affermare chiaramente perché si combatta. Un punto fondamentale di questa trasformazione e` il modificarsi del campo di battaglia, un passaggio da campo “puntiforme” ad un “lineare”, così come da uno bidimensionale a quello attuale a tre dimensioni.
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Geopolitica della narrazione. Lo storytelling come dispositivo di influenza socio politica
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Informazioni tesi
Autore: | Sara Canali |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Pavia |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Scienze della comunicazione sociale e istituzionale |
Relatore: | Andrea Fontana |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 154 |
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