La Disciplina in materia di Consenso Informato e Disposizioni Anticipate di Trattamento

Per definire il concetto di consenso informato, dobbiamo innanzitutto soffermare la nostra attenzione sul fatto che si tratta di una parola composta formata da due termini. Secondo il vocabolario dell’Accademia della Crusca il sostantivo maschile consenso deriva dal latino consensus, -us con il significato di “consentimento, il consentire”. Nel diritto civile, l’accordo è uno degli elementi essenziali del contratto, in base al comma 1 dell’articolo 1325, come il risultato di due o piu’ manifestazioni di volontà. L’articolo 1326 del codice civile definisce “ il contratto […] concluso nel momento in cui chi ha fatto la proposta ha conoscenza dell’accettazione dell’altra parte”.

Informato (participio passato del verbo informare) assume il significato “che ha diretta conoscenza, che ha esatta notizia di qualche cosa”.
Tradotto impropriamente dal termine informed consent apparso per la prima volta nel 1957 negli Stati Uniti, in realtà, la traduzione corretta sarebbe informazione per il consenso. Con il termine “consenso informato” sembra che l’informazione sia una caratteristica del consenso, mentre in realtà rappresenta una condizione essenziale, in quanto tramite una corretta ed esauriente informazione, il medico acquisisce il consenso dal paziente. Quindi possiamo definire il consenso informato come un atto contrattuale e non una semplice formalità.

Se analizziamo il significato assunto dal termine in campo medico, nel Dizionario di Medicina Treccani troviamo la definizione. “adesione consapevole del paziente alle decisioni sul trattamento terapeutico da seguire attraverso una informazione esaustiva sulle sue condizioni di salute e, soprattutto, sulle conseguenze e i rischi connessi alla terapia stessa”.
Vi è quindi l’obbligo da parte del medico di informare in modo completo e chiaro il paziente sulle sue condizioni di salute e di ogni altra circostanza, rischio o conseguenza della terapia e dall’altra vi è l’autonomia, il diritto del paziente di decidere, di dare o rifiutare il consenso al percorso diagnostico-terapeutico proposto dal medico.