La semantica degli intervalli musicali
La critica semiotica di Gino Stefani
In Italia, Gino Stefani è forse il primo a tentare una descrizione semiologica del discorso musicale, nella scia di Jakobson e di Umberto Eco, dando però importanza al ruolo del corpo.
Una funzione della musica è quella di comunicare, il che presuppone un progetto di comunicazione. Questo significa che la musica può essere un linguaggio: lo è sicuramente, per Stefani, nel caso della musica tonale. Per la musica contemporanea, non necessariamente tonale, viene tuttavia salvata la possibilità di comunicare, ma attraverso codici di interpretazione generali, che funzionano in campi diversi da quello sonoro e sono però estensibili alla musica. I vari sensi prodotti dai suoni si possono sintetizzare attraverso i livelli seguenti:
- percezione sensoriale e mentale, che rappresenta il primo livello;
- pratiche sociali ovvero modalità della fruizione musicale;
- comprensione delle tecniche musicali di organizzazione dei suoni;
- stile di un autore;
- comprensione dell’opera nella sua globalità
Attraverso questi livelli l’ascoltatore individua sia significati personali che significati condivisi. Nei vari livelli intervengono un numero indefinito di codici, come abitudini retoriche, regole di gioco, quadri di referenza contestuale, ecc.. La musica può essere definita, secondo Stefani, come un luogo dove si incrociano e si sedimentano i vari codici che organizzano la sua interpretazione: non ci si può quindi limitare allo studio della sua morfologia.
Di fondamentale importanza è la caratteristica della musica di essere un atto comunicativo e quindi di avere una valenza eminentemente sociale. La musica è interpretabile come un testo e come tale è possibile studiarla alla luce della semiotica dei codici, intesi come insiemi di norme restrittive del continuum sintattico-semantico. Il codice è per il testo una condizione necessaria di esistenza. Tuttavia non è dalla struttura immanente del messaggio che emergono i codici, ma la struttura significante deriva dalla dimensione pragmatica del flusso comunicativo in cui la musica è inserita, ossia dall’uso che si fa dell’espressione linguistica. Quello che è qui importante è che si prende in considerazine non tanto il significante musicale, ma l’intero fenomeno della comunicazione musicale, ovvero gli aspetti cotestuali, contestuali e circostanziali. In ogni caso la base di un’analisi morfologica rimane comunque la segmentazione. Il senso compiuto di ciò che si è ascoltato può essere definito solo ad operazione conclusa e può essere utile analizzare i discorsi riferiti ad una determinata musica da parte dei fruitori. Stefani individua due modalità di fruizione della musica: quella colta e quella popolare, e per lui il rapporto fra la musica e l’organizzazione del discorso verbale manifesta la relazione fra musica e cultura. […]
Questo brano è tratto dalla tesi:
La semantica degli intervalli musicali
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Informazioni tesi
Autore: | Ivan Maria Castellani |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2014-15 |
Università: | Conservatorio di Musica F. A. Bonporti - Trento |
Facoltà: | Didattica Muaicale |
Corso: | Indirizzo Pianoforte |
Relatore: | Stefano Fogliardi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 137 |
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