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Le strategie di contrasto al fenomeno del riciclaggio: tutela penale e tutela amministrativa

L'impatto del riciclaggio sull'economia sana

L’impatto del riciclaggio sull’economia sana può essere analizzato da due punti di vista: quello macroeconomico e quello microeconomico.
Da un punto di vista macroeconomico, il riciclaggio svolge una funzione essenziale nella crescita di tutti gli altri mercati illegali, in quanto la separazione della liquidità dalla sua natura illecita ne consente il reinvestimento, altrimenti impossibile. Questo permette di moltiplicare il volume delle attività dei soggetti criminali e l’effetto moltiplicativo sarà tanto maggiore quanto è minore l’efficacia della regolamentazione e quanto è maggiore la quota di reinvestimento in attività illecite, che a sua volta dipende dai profitti stessi, in termini di rendimento e rischiosità.
L’ingresso di capitali di origine illecita nell’economia legale produce diversi effetti, tra i più importanti vengono individuati quello distorsivo della concorrenza e quello destabilizzante del mercato.
L’effetto distorsivo della concorrenza non consiste nel fatto che l’operatore illecito approfitta della posizione di vantaggio, cosa questa che sarebbe perfettamente legittima in un’economia capitalistica, fondata sul rapporto di libera concorrenza fra investitori che tentano, istituzionalmente, di procurarsi condizioni di vantaggio, ma nell’illegittimità del vantaggio stesso: l’operatore illecito dispone di liquidità a basso costo, che determina l’annullamento del rischio d’impresa a suo favore. Inoltre sfruttando questa posizione, l’imprenditore criminale è in grado di adottare politiche predatorie dei prezzi che eliminano dal mercato gli imprenditori sani.
Per quanto riguarda l’effetto destabilizzante del mercato, invece, la crescita del crimine in generale e, del riciclaggio in particolare, aumenta il tasso di inquinamento del sistema economico e finanziario, attraverso una minore efficienza e, quindi, un’ingiustizia nella distribuzione delle risorse. Un riciclaggio efficace riduce la probabilità che un reato venga scoperto, questo consente ai soggetti criminali di aumentare i propri investimenti nel settore legale e, di conseguenza, aumenta il tasso di inquinamento del settore produttivo reale. Inoltre, quanto più l’attività di ripulitura si svolge all’interno del settore bancario e finanziario, tanto più aumenterà il tasso di inquinamento della struttura finanziaria.
Si verifica spesso che gli operatori legali adottano politiche di impresa non concorrenziali in contrasto con le leggi del mercato, per evitare di esporre la propria azienda alle attenzioni della criminalità. Il risultato è quello di una sostanziale alterazione della regolare selettività dei mercati, compromessa dalla posizione monopolistica della criminalità in contrapposizione al libero mercato.
Questi aspetti si riflettono sulla prospettiva microeconomica, dove gli effetti del riciclaggio sono determinati dal contatto diretto tra il crimine organizzato e l’impresa lecita, o dall’incidenza che il primo esercita indirettamente sulla seconda, attraverso la posizione di dominio che viene acquisita e mantenuta dall’operatore criminale.
Il riciclaggio consente di:
- aumentare il tasso di penetrazione nei settori legali dell’economia attraverso il momento dell’investimento;
- aumentare il tasso di mimetismo dei soggetti e delle organizzazioni criminali nel sistema nel suo complesso.

Questo consente alla criminalità di radicarsi meglio sul territorio, aumentando sempre di più il controllo dello stesso.
Inoltre, ai fini di svolgere l’attività del riciclaggio, che coinvolge sempre più il sistema bancario e finanziario, la criminalità è in grado di compromettere il ruolo degli intermediari sani, offrendogli una “carriera criminale”, che in termini economici è più allettante di quella lecita. L’obiettivo è quello di inglobare questi soggetti nel crimine, al fine di compenetrare nell’intera impresa, acquisendone il controllo o la proprietà. È così che l’organizzazione criminale si insinua nell’economia sana, se ne impadronisce progressivamente, assume il controllo di scelte aziendali strategiche, senza lasciar trasparire all’esterno la sua titolarità. Avviene di frequente che l’imprenditore pulito conservi la gestione economica e tecnica di una società, diretta dal soggetto criminale, che ne assume il controllo indiretto. L’impresa lega in questo modo le sue sorti finanziarie al crimine, creando una dipendenza, che spesso è alla base della crisi d’impresa, perché questo sostegno economico è assicurato temporaneamente e può essere sottratto in qualsiasi momento, provocando la rovina economica e il dissesto. La criminalità organizzata grazie a queste mosse riesce ad abbassare la probabilità di scoperta del reato e ad elevare la propria utilità economica.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le strategie di contrasto al fenomeno del riciclaggio: tutela penale e tutela amministrativa

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Informazioni tesi

  Autore: Valentina Minerva
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Legislazione per l'Impresa
  Relatore: Francesco D'Alessandro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 162

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Parole chiave

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criminalità organizzata
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economia sommersa
art. 648 bis c.p.
art. 648 ter c.p.
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convenzione di palermo
autoriciclaggio
d.lgs 231/2007
direttiva 91/308/cee
direttiva 2001/97/ce
direttiva 2005/60/ce
legge 197/1991
legge 328/1993
art. 25 octies d.lgs. 231/2001
obblighi di adeguata verifica della clientela
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