La percezione sociale della pedofilia: una web survey
L'adescamento di minori in chat
Il 35% dei ragazzi, tra i 5 e i 13 anni, in Italia, possiede un computer in casa ed è connesso a internet [Cruciani, 2010: 15]. Per quanto riguarda il rischio che un minore venga molestato o adescato attraverso la rete, l'ambito maggiormente significativo è rappresentato dalle chat che consentono rapporti umani estremamente intimi, "ravvicinati", neutralizzando alcuni gap sociali, spaziali, di età e culturali, che normalmente limitano o selezionano le comunicazioni faccia a faccia [Cifaldi, 2004: 95]. I risultati di sperimentazioni condotte dall'ICAA nel biennio 2003-2004 indicano che la percentuale di minori che utilizzando le chat ha avuto un incontro on-line con un adulto (presumibilmente pedofilo) e ha intrapreso discorsi su tematiche sessuali è decisamente rilevante (13%) e dimostra come tale ambito costituisca realmente uno scenario a rischio [Strano, Bruzzone 2005]. In base ad un'indagine statunitense, dei 25 milioni di bambini che nel mondo navigano su internet uno su quattro si è imbattuto almeno una volta su un sito pornografico e uno su cinque ha avuto proposte-molestie sessuali [Cifaldi, 2004: 96.97]. Il termine adescamento significa "attirare a sé con lusinghe", e l'adescamento in chat è quella pratica tramite cui il cyberpedofilo conosce a attira minori a sè. Nell'adescamento in chat una tecnica utilizzata dall'abusante è il grommino. Il termine deriva dal verbo inglese to groom (preparare qualcuno per avviarlo a qualcosa), normalmente riferito ai cavalli nelle operazioni di cura e pulizia. È un metodo usato per indebolire la volontà della vittima in modo da ottenerne il massimo controllo.
L'attività di gromming può durare settimane o mesi, durante le quali il minore viene lentamente e gradualmente preparato ad un primo incontro. Selezionata la vittima, inizia la prima fase, denominata Friendship forming stage, in cui l'abusante inizia ad instaurare un rapporto col minore e, nella maggior parte dei casi, gli chiede una foto per accertarsi della sua età. Nella seconda fase, Relationship forming stage, l'adulto impegna il minore in discussioni riguardanti la sua vita privata, la famiglia, la scuola. In questa fase l'obiettivo dell'abusante è porsi come "miglior amico" della vittima, parlando il suo linguaggio e carpendo informazioni sui suoi gusti, hobby e abitudini. La terza fase, chiamata Risk assesment stage, serve per valutare gli eventuali rischi che potrebbero verificarsi nel protrarre l'attività di grooming: l'abusante chiede dove è posizionato il computer, se è in un luogo di passaggio e se i genitori controllano le attività della vittima, e in che orari sono presenti in casa. Con la quarta fase inizia la vera e propria manipolazione del minore. Chiamata Exclusivity stage, inizia quando l'adulto mette in atto tutte le tecniche che ha a sua disposizione per instaurare e sondare il grado di fiducia che vi è tra lui e la potenziale vittima, cercando di creare una forte intimità, in modo che il minore si senta libero di parlare e confidarsi.
L'ultima fase, la Sexual stage, è lo scopo dell'intera attività di grooming. L'adulto inizia a indagare sulla sfera sessuale del minore, facendo leva nella sua profonda confidenza instaurata durante le fasi precedenti.
Da qui in poi i comportamenti possono assumere forme diverse: l'adulto può mostrare immagini pedopornografiche con bambini costretti a sorridere, così da dimostrare il loro divertimento e la partecipazione spontanea; oppure usa delle scuse per ottenere un appuntamento col minore.
La tecnica del grooming viene utilizzata anche una volta compiuto l'abuso sessuale, come forma di ricatto per ottenere il silenzio della vittima [Cruciani, 2010: 15-16].
Essendo una tecnica di manipolazione psicologica, è estremamente raro che il bambino riesca a ribellarsi e a svincolarsi da questa situazione.
Nella legislazione italiana il grooming è diventato un reato solo nell'ottobre 2012, ma, anche se un po' in ritardo, è stato fatto un grande passo in avanti nella lotta per il contrasto alla pedofilia on-line. L'introduzione di questa fattispecie di reato ha aperto le porte per nuovi e più affinati strumenti di repressione del fenomeno.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La percezione sociale della pedofilia: una web survey
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Informazioni tesi
Autore: | Ilaria Bellano |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Criminologia applicata per l'investigazione e la sicurezza |
Relatore: | Costantino Cipolla |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 167 |
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