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I luoghi del consumo cinematografico a Milano dal 1915 all'avvento del sonoro

L’archivio della biblioteca Trivulziana e le sale cinematografiche a Milano tra il 1915 e il 1927

Negli anni Venti, come già ricordato nel precedente capitolo, alcuni gestori iniziarono a concentrare nelle proprie mani la proprietà di più sale. Per quanto riguarda i cinema da me presi in esame in archivio ho potuto constatare che Angelo Bruschi e Angelo Virgillito erano proprietari sia del Gran Cinema Varietà Alessandro Manzoni che del Nuovo Cinema-Teatro Farini mentre il Cinema Ferravilla e il Cinema Rinascente erano nelle mani di Giuseppe Laneve. In entrambi i cinema gestiti da Bruschi e Virgillito, però, si verificarono dei problemi. Infatti il Gran Cinema Varietà Alessandro Manzoni rimase in attività meno di un anno poiché dapprima ci furono dei problemi con il Comune per l’allacciatura alla fognatura stradale, poi una notifica di pagamento per una tassa non pagata in seguito alla quale i locali furono pignorati ed infine, nel 1926, una abbondante nevicata che danneggiò il tetto e portò alla demolizione del cinematografo. Anche la gestione del Nuovo Cinema-Teatro Farini non rimase a lungo nelle loro mani poiché già nel 1926 il Comune inviò loro un avviso di pignoramento mobili per debito di dazio. Nel 1930 il cinema aveva già cambiato gestione. E’ interessante notare che il nuovo gestore della sala era Angelo Maggiolini che fu, tra gli anni Venti e gli anni Trenta, insieme con Mario Rota e Paolo Bosia uno dei principali gestori delle sale cinematografiche di Milano. Nel 1928 anche un altro dei cinema da me preso in esame fu preso in gestione da lui: si tratta del Cinema Sociale di Via Garigliano (poi Cinema Garigliano). In archivio, però, non ho trovato solo alcuni nomi ricorrenti di proprietari ma anche di ingegneri. I lavori per il Cinema Centrale ad Affori e per il Cinema Teatro Sport in Via Col di Lana furono affidati all’ingegnere Carcano Cipriano. Fu invece responsabile del progetto dei cinema Ferravilla e Farini l’ingegner Eugenio Crespi. E’ probabile che si trattasse di professionisti conosciuti dell’epoca e specializzati in costruzione di cinematografi. Crespi lavorò sia per Laneve che per Bruschi e Virgillito, che erano nel gruppo dei principali gestori di sale del tempo. Non tutti i documenti che ho trovato in archivio parlano di sale costruite ex novo. Alcuni riguardano ampliamenti o ristrutturazioni di cinema costruiti prima del 1915. Talvolta mi è capitato di trovare in più di una cartella delle informazioni su uno stesso locale. In questi casi la storia della sala mi è risultata più chiara. Ad esempio sul Cinema Imperiale in Corso XXII marzo ho trovato documenti in tre cartelle diverse. La prima copre gli anni tra il 1922 e il 1924 e il cinematografo viene solo citato poiché i lavori richiesti non lo riguardavano direttamente. La seconda riguarda gli anni 1924-25 e, in questo caso, era la sala ad essere direttamente interessata dai lavori. Si voleva infatti realizzare un sopralzo ed aprire delle nuove finestre laterali per la ventilazione. I posti a sedere a questa data erano 266. Nella terza cartella si parla di un ulteriore ampliamento dei locali effettuato tra il 1925 e il 1928. Le poltrone in sala arrivarono ad essere 400.

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I luoghi del consumo cinematografico a Milano dal 1915 all'avvento del sonoro

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Informazioni tesi

  Autore: Leila Muci
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2004-05
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze dei beni culturali
  Relatore: Elena Mosconi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 170

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