Dalla comunicazione mobile a internet: interazione, contestualità, oralità
Intreccio di relazioni a distanza e relazioni in prossimità
Continuiamo l’analisi sulla natura del telefonino, nella sua forma di comunicazione ancorata al contesto, partendo dal presupposto che l’elemento ambientale può emergere anche senza la volontarietà dell’interessato.
I rumori di fondo (annunci negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie, traffico automobilistico, ecc.) diventano parte costitutiva del dialogo telefonico, sino ad autenticare la conversazione stessa, a permetterne la veridicità (“ciao, sto per partire”, “Si, sono imbottigliato nel traffico” e simili).
Spesso l’ipertrofia dei rumori di fondo sono la causa di una frammentazione della conversazione: “Il dialogo viene in tal modo continuamente interrotto e continuamente ripreso, in un crescendo di rumori e conseguenti ridondanze (“che hai detto?”, “come?” “ho detto che ...”). Si inserisce in questo quadro il costituirsi di conversazioni di tipo topologico-organizzativo, dove si rinvia costantemente l’eventuale dialogo e il conseguente incontro man mano che uno o entrambi gli interlocutori si spostano sul territorio (“sto per arrivare in aeroporto, ti richiamo da lì”; “ho appena preso il treno, ci risentiamo a casa”). In questi casi a costituire l’oggetto della conversazione diventa lo spostamento, il tragitto, la tappa: la mobilità del telefonino si trasforma da canale della comunicazione in tema della comunicazione stessa.
Abbiamo visto nel capitolo precedente come Eliott e Urry nel libro “vite mobili” abbiano preso come paradigma della società post moderna la mobilità. Ebbene, in contesti di “permanente mobilità”, le “vite mobili” sono un tipo di vita in cui la condizione di essere altrove in un momento diverso dagli altri gioca un ruolo decisivo. Dal momento che persino le persone a noi più vicine si trovano a fare cose diverse in momenti diversi, le esperienze delle persone sono de sincronizzate una dall’altra.
Le persone in tali “contesti sociali de-sincronizzati” rispetto alla società tradizionale caratterizzata dalla prossimità fisica, “creano legami sociali basati su molteplici processi di coordinamento, negoziazione e rinegoziazione con gli altri”.
Gli individui possono sincronizzarsi in ogni istante utilizzano la tecnologia mobile “rettificando e riorganizzando tempi e luoghi d’incontro e di eventi mentre si stanno preparando a vedersi con altri all’orario stabilito”. Ne risulta un orario sempre meno fissato a priori e sempre più negoziato all’ultimo minuto.
Si tratta di una strategia “just in time” supportata da una comunicazione telefonica che favorisce la sincronizzazione “last minute”, in un contesto sociale dai ritmi sempre più veloci e che richiede un tasso sempre maggiore di flessibilità temporale. “Tali ambienti sociali sono "sistemi real-time", dove tutto ciò che accade è condizionato dalla situazione contingente”.
In condizioni tecnologiche convenzionali la pianificazione era inevitabile perché non si avevano mezzi di comunicazione mobili e personali. In tal senso i cellulari permettono riaggiustamenti in qualsiasi momento rispetto al tempo concordato. Emerge quindi una cultura più fluida su coordinamenti basati su variabili a breve termine, opportunità, preferenze soggettive e stati d’animo.
"Il vecchio programma di minuti, ore, giorni, settimane viene frantumato in un flusso costante di negoziazioni, riconfigurazioni e riprogrammazioni. Uno può essere interrotto o può interrompere amici e colleghi in qualsiasi momento. Gli individui che vivono in questo “phone space” non potranno mai abbandonarlo, perché è il loro primario collegamento al temporaneo e spazialmente frammentato network di amici e colleghi che hanno costruito per se stessi."
Ling e Yritti hanno definito queste attività con il termine “micro-coordination”, per le quali si utilizza il cellulare nel coordinare gli incontri faccia a faccia e l’organizzazione della vita sociale.
Il cellulare diventa in tal senso funzionale al coordinamento di incontri faccia a faccia e per l’organizzazione della vita quotidiana legata al mondo del lavoro, alla sfera famigliare e alle reti amicali, in particolare nei gruppi dei pari nei giovani che più di tutti hanno contribuito al fenomeno della diffusione del telefonino.
Le forme di comunicazioni a distanza diventano forme di socialità fondate sull’integrazione di relazioni faccia a faccia, con una combinazione di presenza e assenza, di co-presenza fisica e relazioni mediate.
Nascono nuove forme di socialità in un intreccio di relazioni a distanza e di relazioni in prossimità e sull’alternanza tra ambienti sociali offline e ambienti online, che necessariamente assumono confini permeabili.
La rivoluzione della comunicazione mobile, oltre che permettere di comunicare globalmente da qualsiasi luogo ad un altro ed eliminare le distanze spaziali, consiste nel legare la comunicazione a dei luoghi, intesi come ambiti di vita e di esperienze contestualizzate.
La comunicazione viene ancorata al senso del luogo e si connette alle situazioni contingenti che in questi luoghi prendono vita. La spazialità, le relazioni in co-presenza fisica non vengono annullate da relazioni a distanza.
Come vedremo nel prossimo paragrafo quest’aspetto assume considerevole importanza nel riportare la comunicazione mediata da computer, vista come luogo virtuale o cyberspazio, ad un luogo strettamente ancorato alla realtà.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Dalla comunicazione mobile a internet: interazione, contestualità, oralità
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Informazioni tesi
Autore: | Dario Castoldi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2014-15 |
Università: | IULM - UTIU |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Patrizia Laurano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 105 |
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