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PROTEZIONE CIVILE: un ponte fra culture in un'ottica comparatistica

Il volontariato italiano

Atteso che le capacità di risposta nelle emergenze deriva (non solo, ma) anche dalla capacità di mobilitare forze ausiliarie – ordinariamente quiescenti – la cui straordinarietà risiede, in particolare, nel numero (oltreché, certamente, nella loro preparazione e nella capacità di coordinarsi ad unum che, qui, dobbiamo dare per acquisita), pare opportuno chiedersi di quali strumenti, giuridicamente parlando, disponga la protezione civile per convogliare efficacemente, sugli scenari d'intervento, i propri operatori, distraendoli in tal modo dai propri quotidiani affari.

In particolare risulterà interessante prestare attenzione non tanto a coloro che, essendo in forza effettiva ai diversi Corpi dello Stato (vigili del fuoco, agenti di polizia, militari etc.), possono essere dirottati sui luoghi della catastrofe attraverso la semplice emanazione di un ordine di servizio specifico, emanato, a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza, dai rispettivi vertici gerarchici.
Quanto, invece, a coloro che, normalmente impiegati in altre attività lavorative (siano esse autonome o dipendenti) devono essere, non di meno, prontamente reperibili ed effettivamente impiegabili a supporto del complesso sistema di protezione civile, inteso nella sua accezione più ampia, che in larga parte, sia in Svizzera che in Italia, cammina più sulle gambe del volontariato e della milizia, anziché su quelle dei pur indispensabili professionisti.

Allo scopo tornerà utile ricordare che nel panorama europeo – a seconda che gli operatori prestino servizio in protezione civile a titolo volontario o oneroso, ovvero siano a ciò astretti attraverso un obbligo derivante da un reclutamento di milizia – non tutti i sistemi nazionali sono così agevolmente comparabili poiché, in taluni di essi, non esistono aliquote di personale specificamente (e prioritariamente) all'intervento in caso di catastrofi.

Infatti, mentre in Italia e in Francia, ad esempio, la Protezione Civile può contare su un volontariato ad hoc organizzato (esclusi, ai fini della presente analisi, tutti i partners della filiera statale i cui operatori vengono impiegati con percentuali decisamente inferiori e residuali rispetto ai volontari stessi), in altri Paesi, il termine “protezione civile” – più che un mondo anche spazialmente ben definito (identificabile quindi da proprie uniformi, strutture, automezzi etc) e capace poi di interagire con il più vasto universo del quale è parte fondamentale ed autonoma – viene semplicemente inteso come un servizio al cui assolvimento provvedono esclusivamente i vigili del fuoco, il soccorso sanitario ed i militari. A questi ultimi, pertanto, non si aggiungerà nessuno che non rivesta pari ruolo all'interno della medesima amministrazione. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

PROTEZIONE CIVILE: un ponte fra culture in un'ottica comparatistica

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Informazioni tesi

  Autore: Paolo Cazzola
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi dell'Insubria
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Maria Paola Viviani Schlein
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 213

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Parole chiave

guerra
costituzionale
svizzera
protezione civile
confederazione elvetica
diritto pubblico comparato
catastrofi
calamità
soccorso
legislazione d'emergenza

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