PROTEZIONE CIVILE: un ponte fra culture in un'ottica comparatistica
La genesi, e il conseguente sviluppo dei sistemi di protezione civile all'interno della Confederazione Elvetica e della Repubblica Italiana, muovono da presupposti ancorati, da un lato, alla necessità di difendere la popolazione civile dai rischi di una guerra e, dall'altro, dall'urgenza di rendere organico un sistema di soccorso pubblico in grado di dare risposte diverse da quelle che l'esperienza del terremoto dell'Irpinia aveva mostrato agli occhi dei Campani e, per bocca di un adiratissimo Presidente Pertini, all'Italia intera. Pur con premesse diverse, i due sistemi incrociano spesso il proprio cammino e - pur senza sfiorare un confronto diretto fra i due Paesi (così vicini, ma così distanti) - suggeriscono spunti di analisi comparatistica estremamente interessanti. Del resto, la civiltà di un popolo si misura anche dalla capacità di affrontare le emergenze con una logica previsionale e non solo con quello slancio generoso (tipicamente "latino") che il volontariato italiano ha sempre dimostrato di ben maneggiare. Dalla nascita di un sistema ad oggi le evoluzioni (e, in campo italiano, le involuzioni) sono state molte e non scevre di numerosi interventi della Suprema Corte spesso occupata a definire competenze e attribuzioni legislative in uno Stato regionale quale quello successivo alla riforma del Titolo V della Costituzione italiana. Fronte comune ad entrambi i Paesi è stata invece la decentralizzazione dei processi decisionali, in ossequio al principio di sussidiarietà che ha consegnato al sindaco (o al Cantone) le chiavi della macchina del soccorso.
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Informazioni tesi
Autore: | Paolo Cazzola |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi dell'Insubria |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Maria Paola Viviani Schlein |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 213 |
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