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La Traviata. Riflessi e rimediazioni di un'opera lirica

Il valzer della Traviata

È certamente l’aspetto musicale, e cioè l’elemento caratterizzante dell’opera lirica italiana, ad aver reso La traviata una delle opere più popolari e rinomate al mondo. I pezzi musicali proposti dal compositore Giuseppe Verdi risuonerebbero familiari anche alle orecchie di chi, per qualsivoglia motivo, non ha mai avuto occasione di instaurare alcun tipo di contatto con il mondo dell’opera lirica. Nella Parigi dell’Ottocento balli e danze rivestivano un ruolo fondamentale nella società e lo stesso Dumas, già nel suo romanzo del 1848, non si limitò nel descrivere balli e serate musicali che fanno instancabilmente da cornice all’intero racconto. D’altronde, la stessa Marie Duplessis (alias Marguerite, alias Violetta), come riportato da Théophile Gautier, Jules Janin e Romain Vienne192, nutriva una profonda passione per la musica e la danza, ed in particolar modo per il valzer.

Difatti, sia nel romanzo che nel dramma di Dumas, è possibile notare come Marguerite apprezzi la musica e il teatro, e si diletti con il canto e il pianoforte. Anche in Verdi Violetta è costantemente circondata da musica e balli, e «forse in nessun’altra opera come ne La traviata Verdi sfrutta i ritmi e le melodie di ballo, e in particolar modo quelli del valzer»193. Esempi e testimonianze che dimostrano quanto la società parigina fosse appassionata di danza trovano molteplici riscontri in numerosi brani letterari: da Honoré de Balzac a Gustave Flaubert, nei fratelli Goncourt; e nelle stesse piéces teatrali, dagli spettacoli di boulevard al vaudeville, dalle comédes-divertissiments sino al balletto. Un brano della Sarrasine (1830) di Honoré de Balzac fornisce un caso eclatante di cosa volesse significare la danza nel contesto parigino ottocentesco:
Un salotto splendido, delle pareti d’argento e oro, dai lampadari scintillanti, splendente di candele. Là, formicolavano s’agitavano e sfarfallavano le più belle donne di Parigi, le più ricche, le più titolate, brillanti, pompose, abbaglianti di diamanti! Con fiori sulla testa, sul seno, nei capelli, sparsi sulle vesti, o in ghirlande ai loro piedi. Erano leggeri fremiti di gioia, passi voluttuosi che facevano ondeggiare i merletti, le blonde, la mussolina intorno ai fianchi delicati. Qualche occhiata troppo vivace si faceva strada qua e là, eclissava le luci, il fuoco dei diamanti, e animava ancora più cuori già troppo ardenti194.

È innegabile che la musica parigina di quegli anni ispirò le composizioni di Giuseppe Verdi nella Traviata, tant’è il compositore si recò più volte a Parigi alla scoperta di una musica capace di scaldare ed infervorare gli animi del suo pubblico. L’intera opera è dominata da melodie e armonie incalzanti e vorticose: il valzer, in particolare, padroneggia nel primo atto, ma altre danze appaiono nel secondo atto durante la festa a casa di Flora e, anticipando lo stile della gran opéra francese, nelle danze delle zingarelle e dei mattadori. Il valzer, una danza procace, amorosa e lussuriosa «con notevoli capacità di suscitare pensieri erotici, di seduzione, di stimolo e di appagamento del desiderio sessuale»195, possiede un aspetto di assoluta preminenza, ovvero la sua enorme adattabilità a diversi contesti conviviali. Ad esempio, se Musset nel suo Confession d’un enfant du siécle (1836) fa un uso del valzer alla volta dell’oscenità e della perversione, ne I dolori del giovane Werther (1774) Goethe lo riconduce ad una dimensione romantica e nostalgica fino a simboleggiare un momento catartico dell’individuo, una sorta di «dispersione esistenziale»196 o come suggerisce Thomas Mann nel suo Tonio Kröger (1903), un «dolce, volgare ritmo ternario della vita»197. Ebbene, tutto ciò è raccolto all’interno della Traviata grazie all’eclettico aspetto di Violetta, che incarna perfettamente la negatività e la passione, l’amore e il sacrificio. E così come Violetta, che non verrà salvata alla fine dell’opera e non riuscirà a redimere i suoi peccati grazie al sentimento dell’amore, anche il valzer, la musica per la danza a coppia chiusa ritenuta tanto scandalosa all’epoca pur se fornita di un elevato valore estetico, mai si potrà del tutto allontanare da quel senso di amoralità edonistica alla quale è visceralmente legato.




192 E. Sala, Il valzer delle Camelie. Echi di Parigi nella Traviata, EDT, Torino, 2008, p. 53.
193 E. Surian, Turn and turn about. Waltz-walzer-valse: le tre carte di credito erotico dell’opera lirica, Eidos 9, 1991, p. 38.
194 H. de Balzac, Sarrasine, Feltrinelli, Milano, 1993.
195 E. Surian, Turn and turn about. Waltz-walzer-valse: le tre carte di credito erotico dell’opera lirica, cit.
196 E. Sala, Il valzer delle Camelie. Echi di Parigi nella Traviata, cit.
197 T. Mann, Tonio Kröger, Fischer, Francoforte, 1975, p. 254.

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Informazioni tesi

  Autore: Roberto De Rosa
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi di Cassino
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filologia moderna
  Relatore: Susanna Pasticci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 102

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giuseppe verdi
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