Luci e Ombre. Innovazioni e critiche di Melanie Klein alle teorie freudiane
Il transfert
Nella tecnica classica si tendeva a non considerare parte del processo analitico le comunicazioni del paziente riguardati gli eventi reali esterni: riguardavano la realtà e quindi non andavano interpretati.
La Klein vede realtà e fantasie intimamente intrecciate. Benché l’evento riferito sia “reale” esso va considerato nella sua interazione con la vita fantastica del paziente, per far vedere come la fantasia inconscia influenzi e colori il suo modo di recepire la realtà e, come a sua volta, la realtà possa modificare la fantasia. Il che rende più continua e importante l’interpretazione del transfert.
Secondo la Klein le relazioni con gli oggetti interni si riflettono in tutte le attività e le influenzano. Quindi il rapporto con l’analista, che volta a volta rappresenta tutti questi oggetti, incide in maniera determinante sui rapporti del paziente con la realtà.
La tecnica dell’analisi del transfert è uno dei capisaldi teorici della psicoanalisi kleiniana. L’amore e l’odio che si provano per l’analista provengono dall’amore e dall’odio che si provano nelle primissime fasi della vita verso determinati oggetti psichici. È proprio a causa di questo che la Klein rivendica a sé la sottolineatura dell’importanza centrale nel corso di un’analisi dell’esame del transfert negativo.
L’indagine di questi primi processi mi ha peraltro convinta che l’analisi del transfert negativo, alla quale la tecnica psicoanalitica ha riservato un’attenzione relativamente scarsa, costituisce un presupposto essenziale per poter arrivare all’analisi degli stati più profondi. L’analisi del transfert negativo alla pari di quello positivo nonché della loro interconnessione è, come sostenuto da molti anni, un criterio al quale è indispensabile attenersi nel trattamento di ogni tipo di pazienti, bambini e adulti.
La Klein sembrerebbe quindi dare molto più peso alla traslazione rispetto alla teoria classica. Centro di attenzione è diventato lo sviluppo della traslazione nel processo analitico invece che la ricostruzione del passato. E questo è la continuazione di un orientamento avviato dallo stesso Freud. Egli all’inizio pensava che «l’isterico soffra perlopiù di reminescenze» e concepì il transfert come un modo di rivivere il ricordo.
Poté quindi asserire che il paziente soffre non solo di ricordi rimossi, ma anche di impulsi rimossi e che sono questi impulsi che si riattivano nel transfert, dando al paziente un’altra occasione di elaborarli. Il lavoro di elaborazione attraverso il transfert diventa così più importante della ricostruzione reale di eventi passati.
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Luci e Ombre. Innovazioni e critiche di Melanie Klein alle teorie freudiane
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Informazioni tesi
Autore: | Martina Menchetti |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Urbino |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Filosofia |
Relatore: | Paolo Taroni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 55 |
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