La musica di Luis Bacalov per il cinema italiano di genere. Il caso di ''Milano calibro 9''.
Il poliziottesco (o poliziesco all’italiana)
Il poliziesco all’italiana anni Settanta è diventato, di recente, un genere di culto in parte anche per la sua vastità, come dice Rocco Moccagatta:
Poliziesco all’italiana […] (non-genere dai confini incerti e slabbrati) […] resta per ora l’unico termine abbastanza ampio da potervi includere filoni così distanti tra loro come il gangster film d’imitazione americana, il film ‘di mala’ italiano (alla di Leo, per intendersi), i commissari di ferro e i giustizieri solitari, che ne costituiscono altrettante facce, spesso irriducibili a un denominatore unico
Questo genere è di definizione controversa. Lo si può far discendere dal termine inglese crime story ma sotto questa dicitura, gli anglosassoni vi hanno inserito anche i sottogeneri come detective story, mystery, thriller, suspense, hard boiled, a differenza del nostro cinema di genere, che distingue nettamente il poliziesco e il giallo come due generi contrastanti. Il nostro poliziesco nasce da una costola del filone, prima letterario e poi cinematografico, americano dello hard boiled ma fa anche riferimento a particolari evocazioni ed atmosfere del romanzo noir francese.
Sul versante cinematografico, all’inizio degli anni Sessanta cresce l’interesse per la trasposizione su celluloide di fatti di cronaca, come fece Carlo Lizzani con Il gobbo (1960) ispiratosi alla storia vera di un partigiano clandestino, creando l’ambientazione ideale per un vero e proprio noir suburban. Gli anni passano e l’interesse si ferma sul crimine: Svegliati e uccidi- Lutring (1969) e Banditi a Milano (1968) sono sempre due film di Lizzani che esplorano nuove figure di criminale, hanno una forte componente d’azione nonché un interesse rilevante per quanto riguarda il versante sociologico nella descrizione di un"banditismo metropolitano". Vengono introdotti quindi quelli che saranno i nuovi contesti del futuro poliziottesco: rapine, malavita, bische, prostituzione, organizzazioni armate…Inseriti i contesti, la posizione geografica risulta essere di vitale importanza: la città. Le grandi città come Milano, Genova, Napoli, Roma, Torino e Palermo diventano dei veri e propri personaggi nelle pellicole a venire. Ma dell’immaginario urbano della città parleremo più avanti.
Come ricordavamo poc’anzi, il poliziesco è un genere enorme e controverso che al suo interno contiene altrettanti sottogeneri; possiamo dire che si sviluppa su tre ramificazioni principali: da una parte c’è il poliziesco a sfondo sociale, più attento all’impatto sul pubblico e alle sfumature dei personaggi (diremmo alcuni film polizieschi sulla scia di Lizzani), da un’altra parte c’è invece quel poliziesco che si rifà ai film gangster americani degli anni Venti (come fece Giuliano Montaldo, un esempio su tutti Gli intoccabili del 1968) ed infine c’è quel poliziesco cupo, marcio, politicamente scorretto che è il noir e Fernando di Leo ne è forse il più emblematico rappresentante in Italia. L’era del noir incomincia in punta di piedi con un film diretto da Mino Guerrini e scritto da di Leo: Gangster 70 (1968). I film sulla delinquenza metropolitana si moltiplicarono sempre di più durante tutti gli anni Settanta, un po’ per replicare il successo di alcuni film americani come Ispettore Callaghan il caso Scorpio è tuo di Don Siegel (1971) o Il braccio violento della legge di William Friedkin (1971) ma anche, e soprattutto, per il contesto sociale, politico e culturale nel quale il Paese si ritrovava. A partire dall’attentato a piazza Fontana a Milano, il 12 dicembre 1969, l’Italia diventa teatro di terrorismo, rivolta, protesta, corruzione e verità non dette o trapelate nel sottobosco sociale.
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La musica di Luis Bacalov per il cinema italiano di genere. Il caso di ''Milano calibro 9''.
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Informazioni tesi
Autore: | Sara Di Marino |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze dei beni culturali |
Relatore: | Roberto Della Torre |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 138 |
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